L’hotel Ancora finisce ancora davanti al giudice

L’hotel Ancora, gestito da una società ai cui vertici c’è un componente della famiglia Coppola, è tornato protagonista ieri nelle aule di giustizia. Questa volta nel tribunale di Forlì e non in quello di Ravenna. L’albergo che fu tra le strutture sequestrate nell’ambito dell’inchiesta sui presunti fallimenti pilotati (finalizzati secondo la Procura ravennate a svuotare le società che gestivano strutture ricettive lungo la Riviera) ieri nell’aula del giudice Marco De Leva era chiamato a rispondere di furto di energia: sotto forma di un contatore del gas “spiombato” nell’anno 2018 dal quale sarebbero usciti quasi 1.500 metri cubi di gas senza che il gestore energetico (Hera) ne fosse a conoscenza.
Siamo nell’anno 2018 dunque: stando anche alla tesi difensiva sostenuta in aula dello studio Coppola di Rimini che difende i vertici dell’allora società di gestione (in aula a tutela dell’imputato c’era però ieri in sostituzione l’avvocato Francesca Versari) l’hotel non era in funzione. Eppure, secondo le segnalazioni di Hera poi girate ai carabinieri che hanno indagato, qualcuno aveva tolto i sigilli all’erogatore accumulando un consumo di gas per poco meno di 1.500 metri cubi circa.
Dopo le indagini fatte dall’Arma ora Hera chiede di essere risarcita del danno. Ieri il pm Massimo Maggiori, che sostiene l’accusa, ha ascoltato uno dei militari che si occupò dell’inchiesta, ma anche il resoconto dei responsabili Hera sui fatti. Poi a testimoniare è stato anche un ex direttore dell’albergo. Che però aveva lavorato per la famiglia Coppola in quella struttura nel 2017 e nel 2019: non nel 2018, anno delle accuse. L’hotel Ancora (che ora risulta “struttura chiusa” almeno consultando il web) era tra i beni che nel 2020 la guardia di finanza sequestrò come facenti parte (assieme a 24 residence della zona di Lido di Savio) di una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta con operazioni di distrazione e riciclaggio. Due anni dopo, nel 2022 il tribunale di Bologna accolse il ricorso della famiglia Coppola e la struttura venne dissequestrata.
Il procedimento a Ravenna, in cui parte della famiglia Coppola deve rispondere a vario titolo di aver agito acquistando direttamente o per interposta persona una ventina di società operanti nel settore turistico alberghiero, sottoponendole a sistematiche distrazioni economiche considerate “seriali”, è ancora alla fase del primo grado di giudizio, dove a sostenere la difesa è l’avvocato Thomas Coppola, a tutela di un suio fratello ed insieme al legale Carlo Taormina. Un procedimento ancora “impaludato” da una moltitudine di rinvii e di testimonianze e da ascoltare per poter giungere ad una prima sentenza. Il procedimento forlivese invece proseguirà (presumibilmente fino alla sentenza) nel prossimo mese di aprile.