Cesenatico, ricercatrice in Senegal a salvare squali, tartarughe, cavallucci e e mangrovie e trarre dal mare cibo “giusto”

Tutelare gli habitat marini è il suo obiettivo, farlo coinvolgendo le popolazioni costiere interessate la sua missione. Lei è Linda Albonetti, cesenaticense doc, con la passione fin da bambina per il mare. Laureatasi in Biologia marina all’Università di Bologna con una tesi sul Dna di squali, razze e tartarughe marine, e prima ancora al corso di Acquacolture e Igiene delle produzioni ittiche di Cesenatico, oggi lavora su un progetto di cooperazione internazionale per la protezione delle mangrovie in Senegal e la promozione là di forme di pesca sostenibili e selettive con le popolazioni locali. La sfida è produrre ostiche naturali e pesci, tra piante dalle radici affioranti che si sviluppano come foreste lungo i bassi fondali nella fascia costiera tropicale. Sono habitat importanti per produrre cibo, salvaguardare le coste e la biodiversità, filtrare e purificare l’acqua e l’aria, assorbire l’anidride carbonica.

Dal 2022 Linda Albonetti è impegnata in progetti scientifici di conservazione delle risorse naturali in Europa e nella regione Casamance in Senegal, per conto dell’Istituto Scientifico Cestha di Marina di Ravenna. In particolare, per il rimboschimento delle mangrovie, la tutela di squali e tartarughe marine, coniugando le attività produttive ittiche, la protezione degli ecosistemi. Per questa sua attività, su segnalazione della professoressa Alessia Cariani, ha ricevuto una delle dieci medaglie Copernico assegnate ai ricercatori che abbiano contribuito a dare prestigio all’ateneo. Dal mese scorso sta proseguendo nell’attività di ricerca tramite un progetto di dottorato Fish-Med all’estero per la gestione e conservazione delle risorse biologiche marine a livello internazionale. Nell’ambito del progetto Rare, di protezione e recupero delle specie in via di estinzione, sono state coinvolte in Senegal le comunità costiere della Casamance, regione al confine con la Guinea, per sviluppare una pesca selettiva che aumenti da un lato il valore nutrizionale delle catture e dall’altro tuteli le specie a rischio estinzione. Il tutto usando gabbie in sostituzione alle reti da posta, per spostare il target di pesca da squali e razze a rischio estinzione a crostacei e pesci di più alto valore nutrizionale. Parallelamente si propone lo sviluppo dell’ostricoltura, usando “collettori” costruiti in materiali ecocompatibili, per evitare il taglio delle radici delle mangrovie, pratica impattante, degenerativa degli ecosistemi costieri lagunari, fondamentali per la riproduzione degli stock ittici, coinvolgendo anche imprenditrici. «Con Cestha ho iniziato una collaborazione dal 2022 per la tutela di squali, razze e tartarughe in Senegal e per la tutela della mangrovie allevando ostriche in natura su un substrato che utilizza cime in fibra di foglie di palma secche - racconta Linda Albonetti - Tutti i progetti vengono svolti con l’Università di Bologna. Da novembre ho ricevuto un dottorato di ricerca per monitorare squali, tartarughe e cavallucci marini». La giovane cesenaticense spiega che la passione per gli organismi marini le è nata «fin da piccola, quando i miei genitori mi portavano in viaggi con loro lungo le coste del Mediterraneo e dell’Africa». Infine, sottolinea che «i cambiamenti climatici sono una realtà, ce ne accorgiamo tutti e dobbiamo imparare e conviverci e adottare contromisure, monitorando lo stato della vita nel mare e con comportamenti adeguati».

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