Cesenatico, recupero ex colonie di Ponente: sì di Adac ma «prima hotel e ambiente e dopo il residenziale e al minimo»

Ex colonie di Ponente: la vocazione deve rimanere turistica ricettiva e salvaguardare l’ambiente, mantenendo sempre una visione unitaria generale. Questa la posizione degli albergatori di Cesenatico, in previsione alla riconversioni di questi immobili, alcuni dei quali attualmente in stato di degrado.

Alcuni passi avanti

Gli albergatori di Adac Federalberghi, col presidente Maini, sposano il dibattito su cosa fare delle ex colonie marine di Ponente, facendo partire la propria riflessione dalle opere del Waterfront di viale Colombo e dall’accordo operativo tra Accademia Acrobatica e Comune, e alla luce della proposta, ben più d’impatto, che si profila fatta dal gruppo Falkensteiner, ancora non ben delineata ma comunque presentata in anteprima lo scorso autunno, con singoli incontri con le associazioni economiche di categoria (albergatori Adac compresi), inizialmente per convertire quattro ex colonie, comprate all’asta in un paio di alberghi, con l’aggiunta di un centinaio e oltre di appartamenti.

Una molla per il rilancio

Il presidente di Adac, Alfonso Maini, non ha dubbi: «Oggi ci sono colonie in grave degrado ma possono costituire nel futuro una formidabile molla per il rilancio. Il mondo del turismo è in continua evoluzione e, se Cesenatico vuole mantenersi nella élite delle città turistiche, deve ammodernare le proprie offerte e strutture per renderle in linea con le esigenze del turista, in particolare della fascia media alta. Per quanto concerne la zona delle colonie, un punto però è irrinunciabile: si deve mantenere l’obiettivo della trasformazione complessiva della zona, unico modo per realizzare il polo turistico di qualità da tutti auspicato. La vocazione deve rimanere turistico ricettiva e soprattutto in linea con la salvaguardia dell’ambiente, mantenendo sempre una visione unitaria generaledel comparto».

Un equilibrio tra interessi

«Gli accordi con il privato - aggiunge Maini - dovranno rispettare l’interesse pubblico. Sarà fondamentale trovare il punto di equilibrio fra interesse pubblico e interesse privato perché, non dimentichiamolo, stiamo trattando aree di proprietà privata, per cui è indispensabile che il Comune stabilisca condizioni di intervento realizzabili e fattibili da parte degli imprenditori sul piano della sostenibilità dell’investimento».

Per quanto riguarda l’interesse pubblico, le priorità di Adac sono il recupero di arenile ad uso pubblico, la previsione di una fascia di dune, con a monte di essa spazi verdi con piste ciclopedonali e spazi collettivi. Altre soluzioni segnalate da impiegare nei futuri immobili sono: impiego di fonti rinnovabili; risparmio energetico e conseguente riduzione dell’inquinamento; architettura innovativa e finalizzata al miglioramento del benessere psico-fisico delle persone.

Residenziale dopo e al minimo

Solo «tracciato il quadro di confine dell’interesse pubblico, si potrà parlare di una quota minima di residenziale, da concedere ai proprietari che vorranno convenzionarsi col Comune, collocata in posizione marginale».

In chiusura: «Cesenatico deve avere il coraggio di guardare più lontano e non rinunciare al sogno di dare ai nostri figli e alla città una prospettiva di benessere in un ambiente sano».

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