Cesenatico, quattro amici in bici in Patagonia per aiutare 13enne in lotta contro malattia rara con 30 casi in Italia

Dare un significato e un valore maggiore allo sforzo profuso pedalando. È quello che hanno scelto di fare quattro ragazzi uniti da un sentimento di amicizia e dalla passione per la bicicletta. Gianni Bucci, originario di Borello, ma residente in Australia, Marco Nicolini di Cesena, Juliano Raginato dal Brasile e Ibra Bat di Verghereto affronteranno un faticoso e lungo percorso di 2.400 chilometri in Sud America, in nome della beneficenza a sostegno di Anita, una ragazza di Cesenatico che fin dalla nascita è affetta da una malattia genetica rarissima.

Il viaggio

Il mese prossimo andranno assieme, in sella alle loro bici, da Puert Mont in Cile fino a Ushuala, la punta più estrema dell’Argentina. Il tragitto è impegnativo, ma sono abituati a certe distanze e fatiche come testimoniano i viaggi già conclusi negli anni: Istanbul, Samo, Santiago de Compostela, Auschwitz-Birkenau. Ora tocca all’America Latina. La partenza, tranne in quest’ultimo caso, è sempre da Cesenatico. Eppure, anche questa volta il contatto con questa città ci sarà, forse ancor più intenso. Seppure non fisicamente, a pedalare con i quattro amici ci sarà anche Anita, una ragazza speciale che li accompagnerà e sosterrà da lontano il loro sforzo. Ancora una volta, come già accaduto in precedenza, il traguardo più importante per i ciclisti sarà raccogliere fondi per aiutare la famiglia della tredicenne cesenaticense.

La malattia

Trecento nel mondo e 30 in Italia sono i ridottissimi casi della sindrome di Pitt-Hopkins. Una patologia che comporta disabilità intellettiva grave con importante compromissione del linguaggio, ritardo delle tappe motorie, crisi di iperventilazione, apnea, difficoltà a coordinare i movimenti, strabismo e convulsioni.

La vicenda di Anita ha colpito il cuore di molte persone, tanto da fondare un comitato a lei dedicato: «Ho conosciuto Anita durante l’emergenza Covid - dice il presidente del “Comitato a tutela di Anita Pollini”, Luca Bubbolini - e nei suoi occhi ho percepito subito la gioia di vivere che ha alimentato il desiderio e il dovere di fare qualcosa per lei e la sua famiglia».

Trovando il contributo di “Still I ride”: «Questi quattro ragazzi sono fantastici. Dietro a ogni loro viaggio c’è sempre una causa benefica. Questa volta sarà il sostegno economico alla mamma per finanziare le spese e garantire i servizi alla dolce Anita».

Come donare

Trasformare la loro avventura in iniziative solidali è l’ossigeno che alimenta il gruppo di cicloamatori che hanno aperto una raccolta fondi nella loro pagina Instagram “Still I ride”, dove attraverso un link è possibile effettuare donazioni tramite PayPal, prepagate o bonifico.

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