Cesenatico, progettone da 2 milioni per l’ex lavatoio: si cercano i soldi in un bando
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Il progetto di recupero per l’ex lavatoio di inizio Novecento diventa ambizioso, attraverso la partecipazione a un bando regionale di rigenerazione urbana. E si arricchisce di opere per valorizzare anche uno spazio nell’area San Giacomo, creando un collegamento che conduca alla sezione galleggiante del Museo della marineria, quella dove sono presenti le tradizionali barche d’epoca, da pesca e da viaggio musealizzate, alla fonda nel porto canale.
Dopo un precedente e fallimentare tentativo risalente al 2010 andato a vuoto e il più recente progetto europeo “Revival 2021 Interreg Italia-Croazia”, limitato a dare una risistemata solo all’area esterna l’ex lavatoio, il fabbricato tra via Cecchini e il parcheggio di Largo San Giacomo finisce ora al centro di un bando, con un progetto da 2 milioni di euro: 1,5 milioni sono stati chiesti come finanziamento regionale, mentre i rimanenti 500mila sarebbero a carico il Comune. L’intervento proposto include il collegamento tra il parcheggio, l’area verde di Largo San Giacomo (sul retro dell’omonima chiesa arcipretale) e l’accesso al porto canale attraverso un passaggio pedonale. Si tratta di un’area pubblica dove sono previsti elementi museografici, un podio di collegamento tra la piazza e il porto canale, uno spazio di aggregazione di sosta, con aree gioco e per lo svago, nuova illuminazione, un chiosco.
Il grosso dei lavori è comunque mirato al recupero del fabbricato storico dell’ex lavatoio (delimitato oggi da vetrate), per realizzarci uno spazio espositivo vocato in particolare al restauro delle barche storiche tradizionali in legno, con tanto di workshop. Così da costituire un trait-d’union con il Museo della marineria, creando un polo d’interesse culturale, etnografico e di attrazione turistica. Per contestualizzare il tutto, si pensa ad ambienti che possano richiamare l’idea degli antichi arsenali-cantieri dove si costruivano le barche da lavoro e cabotaggio.
Il lavatoio pubblico fu edificato nel 1912, su progetto dell’urbanista cesenate Amilcare Zavatti (1869-1939), e oggi è un edificio storico testimoniale inutilizzato e decadente. Rispetto a molte altre strutture di quel genere realizzate a inizio Novecento, in quello di Cesenatico fu introdotta un’importante innovazione: una caldaia (testimoniata dalla piccola ciminiera ancora presente) per l’acqua calda e la disinfezione dei panni a vapore, e dei bagni pubblici, Il fabbricato è costituito da due corpi in muratura “gemelli” con accesso su via Cecchini e da un corpo allungato storicamente sede delle vasche del lavatoio. Negli anni Ottanta una parte del fabbricato ospitò un primo laboratorio di manutenzione e restauro del Museo della marineria.