Cesenatico, morte le vongole: anticipato il fermo pesca

Cesenatico

Deserto di vongole in mare. Sono rimasti solo i gusci, aperti e vuoti, frammisti alla fanghiglia nera. I pescatori di “poverazze” hanno così deciso di anticipare di quindici giorni il fermo pesca, che sarebbe scattato per tutto mese di ottobre (dopo il primo fatto ad aprile). Questo per la quasi totale assenza di prodotto da poter pescare.

Un’altra e pesante tegola capitata ai pescatori, riuniti nel consorzio Cogemo di Ravenna. Stavolta si è di nuovo alle prese con un’altra moria generalizzata di molluschi, tanto da dover fermare in anticipo la pesca. Questo riguarda le 18 turbosoffianti, una dozzina di stanza nel porto di Cesenatico e le altre a Goro, che praticano questo sistema di pesca in prossimità della costa facendo uso a prua di gabbie metalliche fornite di apposite draghe idrauliche.

Il fenomeno delle generalizzate morie di vongole non è nuovo e torna ancora a ripetersi, stavolta, lungo tutta la costa dell’Emilia Romagna. «Abbiamo anticipato il fermo di due settimane, quello che sarebbe dovuto partire per tutto il mese di ottobre - lamenta sconsolato il presidente del Cogemo di Ravenna, il cesenaticense Manuel Guidotti -. Martedì 17 settembre abbiano smesso di andare in mare. Non si poteva fare altro, non ci sono più vongole vive da pescare. Da Ravenna a Cesenatico i banchi di vongole sono allo stremo, si pescano solo gusci vuoti. Impossibile trovare prodotto vivo e sano».

Anche stavolta le cause sono tutte da individuare, anche se può aver inciso il fatto che per il mare questa estate non sono mancate le anomalie a cominciare dal gran caldo. «Si può dire che una mareggiata estiva degna di questo nome non ci sia mai stata. L’acqua del mare è arrivata a temperature record: sui 30-34 gradi a 5 metri in prossimità del fondale. E poi tante mucillagini che, stratificatesi sul fondale, penso abbiano finito per provocare una situazione di ipossia. Certamente così tanta concentrazione di materiale mucillaginoso, accumulato e finito in fondo al mare, ha finito per creare un consistente strato di fanghiglia. Difficile dirsi con precisione cosa possa essere successo. Facciamo sempre appello alla ricerca scientifica. Fatto sta che il nostro settore sconta di nuovo una crisi».

Crisi che c’è stata anche in passato, acuita quest’anno dal ripetersi della pesca abusiva, denunciata da tempo. «Sembra che per il nostro settore non ci sia mai pace - dice Guidotti - Adesso la situazione è drammatica per via della moria generalizzata delle vongole. E questa si aggiunge all’altro problema che continuavamo ad avere soprattutto quest’anno, la pesca abusiva da parte di barche che non hanno l’autorizzazione per stare in mare e men che meno di mettersi a pescare vongole lupino. Come consorzio abbiano fatto esposti contro la pratica della pesca abusiva, cresciuta nell’ultimo anno, senza però avere riscontri utili. Con il mare svuotato di vongole proveremo a pescare a novembre dopo aver fatto monitoraggi per riscontrarne la presenza, altrimenti sarà di nuovo crisi». La quota massima consentita per barca è di 400 chilogrammi giornalieri.

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