Cesenatico, il Tar conferma l’interdittiva antimafia per pasticceria in odore di ‘ndrangheta
La pasticceria “Dolcesalato” continuerà a rimanere chiusa: confermata l’interdittiva antimafia. Il Tar rigetta il ricorso dell’impresa con attività in pieno centro a Cesenatico, in piazza Ubaldo Comandini.
Il Tribunale amministrativo regionale dell’Emilia-Romagna ha bocciato il ricorso dei titolari della pasticceria contro l’interdittiva antimafia disposta dal prefetto Rinaldo Argentieri. In conseguenza della quale rimane pienamente valida anche l’ordinanza di chiusura messa in atto con revoca della licenza di esercizio da parte del Comune di Cesenatico. All’inizio di dicembre 2023 il prefetto aveva firmato l’interdittiva antimafia nei confronti dell’impresa che gestiva il “Dolcesalato” di piazza Comandini. Il locale ha continuato a rimanere aperto fino alla settimana prima di Pasqua di quest’anno in quanto la società proprietaria del locale aveva presentato ricorso al Tar regionale, con anche la richiesta di sospensiva, che però non era stata accolta. All’interdittiva prefettizia si era aggiunta la revoca della licenza da parte del Comune. Contro l’interdittiva alla proprietà rimane l’eventuale ricorso al Consiglio di Stato.
I due provvedimenti sono stati adottati sulla base delle risultanze di una complessa attività istruttoria condotta dal Gruppo interforze antimafia (Gia) nell’ambito della quale sono emersi tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata. L’inchiesta di Dda e Guardia di finanza sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta ha portato a 23 misure cautelari e a beni sequestrati per 27 milioni di euro. Il procedimento fa parte del filone che riguarda una serie appunto di infiltrazione della ‘ndrangheta in attività ristorative, imprese di pulizie, pasticcerie in diverse cittadine della Romagna tra le quali appunto Cesenatico. Le attività di indagine hanno portato all’operazione denominata “Radici”, in riferimento all’insediamento sul territorio rivierasco e in altri comuni dell’area romagnola, riconducibile al clan Piromalli, riguardo l’acquisizione di alcuni esercizi pubblici.
Il processo di primo grado sui tentacoli della ‘ndrangheta in Romagna è in corso presso il Tribunale di Ravenna e sta entrando nella fase cruciale. Le prossime udienze sono calendatizzate a breve: martedì 3 dicembre è prevista la requisitoria del pubblico ministero con le eventuali richieste di condanne; martedì 10 toccherà agli avvocati delle parti civili, tra le quali si è costituito anche il Comune di Cesenatico. Agli imputati vengono contestati i reati di associazione a delinquere, bancarotta, autoriciclaggio, intestazione fittizia ed estorsione, in alcuni casi con l’aggravante del metodo mafioso con minacce e intimidazione, umiliazioni, sfruttamento di manodopera. Le vittime sarebbero lavoratori, dipendenti, professionisti e pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni.