Cesenatico, il grazie e le scuse dopo il tentato suicidio: «Qualcuno mi ha afferrato la gamba e mi ha salvato»
«A mente lucida, con il cuore in mano e piena di vergogna», la donna che sabato mattina ha tentato di lanciarsi da un cavalcavia della Strada statale Adriatica, in zona Valverde, ha voluto esporsi pubblicamente, raccontando quegli attimi drammatici e dando merito a un ignoto passante di averla salvata trattenendola per una gamba.
La 40enne che in preda a un fortissimo stato di alterazione e agitazione stava per farla finita ha affidato ieri ai social le sue riflessioni e i suoi ringraziamenti a chi è corsa a soccorrerla.
Trattenuta da qualcuno
«Ero davvero disperata e fuori di me - ha scritto in un post pubblicato sulla pagina Facebook “Sei di Cesenatico se...” - Ho fatto le mie ultime preghiere e affidato la mia anima a Dio, ma appena ho messo la gamba dall’altra parte della rete per buttarmi, qualcuno mi ha afferrato l’altra con tutta la sua forza: come se fossi la persona più importante in quel momento».
In quegli istanti di tensione la fortuna ha voluto che poco distante stesse passando una pattuglia dei carabinieri della Stazione di Savignano, che tempestivamente è riuscita a portarsi sul luogo. Con la collaborazione di alcuni automobilisti, i militari sono riusciti a bloccare la donna prima che oltrepassasse il parapetto del ponte, hanno instaurato un dialogo con lei e sono riusciti a persuaderla ad abbandonare le sue intenzioni di suicidio e a farsi assistere dal personale sanitario accorso in loco.
Il grazie e le scuse ai salvatori
«Tra la paura e altre sensazioni - continua il messaggio sul social - ho iniziato a urlare come fossi posseduta, ma la gente ha fatto di tutto per portarmi in salvo. Ci tengo davvero a ringraziare quelle anime che si sono fermate appena mi hanno vista arrampicarmi su per la rete». Un pensiero anche agli uomini dell’Arma: «I carabinieri si sono trovati a passare sul posto per puro caso, ma io devo assolutamente ringraziare quelle persone che mi hanno tenuto le gambe con forza, sarà stato Dio a mandarle». Un messaggio sincero, che si è spinto fino alle scuse: «Solitamente non sono maleducata, anzi. Quella mattina sembrava un’altra persona a parlare e scalciare al posto mio. Carabinieri e personale medico hanno solo fatto il loro dovere. Io mi sento piena di vergogna, ma questo ringraziamento lo dovevo fare. Perdonatemi se vi ho maltrattati».