Cesenatico, il chirurgo estetico: "Il miglior lifting è la felicità"

Il chirurgo estetico: una sorta di “confessore” sulle cose che non piacciono del proprio corpo. Dai casi più bizzarri alle storie più drammatiche nel manuale in vendita su tutte le piattaforme digitali di Alessandro Pasquali, medico estetico di Cesenatico. Un libro che spigola tra deontologia, psicologia, professionalità. Spiega come gli è venuta l'idea di questo manuale: «Penso che, prima di iniettare botox, un medico che si occupa di bellezza dovrebbe frequentare un corso accelerato di psicologia avanzata. Troppe volte anziché stirare una ruga ci ritroviamo a curare le ferite dell’anima». Aggiunge: «In una società dominata dagli stereotipi di bellezza, non è mai facile spiegare alle donne che il miglior lifting è sempre la felicità. Se ascoltassi, senza obiettare, le richieste delle mie pazienti, sarei circondato da statuette di Capodimonte. Tutte lucide, uniformi, perfettamente proporzionate. In una parola, tutte uguali, acqua e silicone». Continua la spiegazione sui ritocchi: «C’è chi lo fa per risolvere un problema fisico importante, chi per omologarsi ai parametri della moda dominante. Talvolta chi vuole assomigliare alla star dei social e chi, invece, vuole semplicemente provare a colmare le sue voragini emotive e la carenza di autostima. La chirurgia plastica non può diventare tuttavia un’officina di pezzi di ricambio e il silicone non è il parmigiano che sta bene su tutto. Sempre più uomini (il 40% circa) e donne (il 60%), però, scelgono di rifarsi piuttosto che accettarsi». In una località turistica e di villeggiatura come Cesenatico ci sono richieste particolari: «A Cesenatico è di moda la medicina estetica “stagionale”. La maggior parte della mia clientela mi chiede di essere al top per la prova costume di maggio. Ho pazienti, anche piuttosto attempate, che decidono legittimamente di “indossare” bene la loro vecchiaia, ma ho anche giovanissime che si presentano in studio con la foto ritoccata di instagram e pretendono di assumere, anche nella realtà, quelle sembianze. Sono proprio i giovani quelli che mi stanno più a cuore perché, affetti da disformismo cronico, preferiscono cambiarsi anziché accettarsi. A Cesenatico il caso di una ragazzina che, dopo aver abusato di filtri nelle foto social, non se la sente più di affrontare la realtà; o come quella pensionata che, per concedersi una seconda chance, pubblica puntualmente su Tinder la sua immagine “photoshoppata” salvo poi ritrovarsi nei guai nel momento fatidico dell’incontro». an.lo.

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