Cesenatico, 1800 km in bici in 7 giorni per attraversare la Spagna
Sette giorni in sella alla bicicletta, a pedalare per almeno 12 ore. Ci si ferma esausti lungo il tracciato e l'indomani c'è da ripartire ancora. Di nuovo in competizione con se stessi. Così il cesenaticense Renato Castagnoli è arrivato a portare a termine in prima posizione i 1800 chilometri, da nord a sud, della “Iberica Traversa”, la gara di ultracycling di tenacia e resistenza con 30mila metri di dislivello che si è corsa in Spagna e che attraversa tutta la penisola iberica, da Irun nei Paesi Baschi a Tarifa in Andalusia, il punto più meridionale della terraferma in Europa. Renato Castagnoli, 50 anni, cesenaticense doc, dipendente Tim del ramo commerciale, non è nuovo a queste imprese, tanto da avere in serbo anche altre ultracycling per il futuro. Nel 2019, l'anno prima del Covid, portò a termine la “North Cape 4000”, altra avventura in bicicletta, in questo caso diretta al “Grande Nord”, che attraversa dieci nazioni tra cui l'Italia, fino a raggiungere Capo Nord. Castagnoli spiega come gli è nata la passione per la bicicletta. «Da vent'anni come amatore, poi col tempo come tanti altri mi sono appassionato alle gare, alle imprese nelle lunghe distanze, senza supporto, in autonomia. Le granfondo e le gare cicloturistiche hanno smesso di interessarmi». Continua: «Le ultracycling hanno oggi sempre più appassionati. Stanno sempre più prendendo piede. Qui non c'è competizione, più che essere in gara con qualcuno lo si è con se stessi, con la voglia di farcela, con il desiderio di mettersi alla prova e un po' anche di spirito di avventura». Ma non basta la voglia di mettersi alla prova, servono «Una certa preparazione, spirito di sacrificio ma più di tutti una buona organizzazione da mettere a punto. Si deve fare tutto da soli, in autonomia, senza supporti esterni». Dodici ore al giorno sulla bici e una volta scesi di sella per riposare bisogna scegliere dove dormire. «Ciascuno sceglie dove sistemarsi per la notte. Anche in base alle situazione contingente: su un prato in sacco a pelo, altrimenti in albergo. Io ho scelto anche bed & breakfast soprattutto per poter fare una doccia, riprendermi un poco e ripartire all'alba». In una competizione del genere le difficoltà non mancano. «In queste prove occorre sempre fare i conti tanto con la meccanica del mezzo, quanto con le riserve di forza fisica e determinazione psicologica. E poi le condizioni meteo, alle volte demoralizzanti e che possono diventare il problema maggiore in caso di maltempo». Non semplice neppure combinare imprese ciclistiche, lavoro e vita privata. «A ripagarmi dai sacrifici comunque c’è la soddisfazione di avercela fatta e come in questo caso di essere ricevuto in municipio dal sindaco. Intanto sto pensando a una nuova sfida». Che per ora non annuncia.