Welfare aziendali in aumento: a Cesena il convegno con focus sul turismo
Si è svolto negli spazi di Cesena Fiera, il tradizionale evento biennale di Romagna Welfare dedicato al benessere aziendale. Manager, imprenditori, Hìr, rappresentanze sindacali, assicuratori ed esperti hanno fatto il punto sulla risposta delle aziende emiliano-romagnole alle nuove esigenze dei lavoratori. Con focus specifico dedicato alla ricerca di moderni interventi che migliorino e accrescano la condizione dei dipendenti e garantiscano un ritorno in termini di guadagno, sviluppo e attrazione. Nell’ottica di promuovere una crescita prolifica sul territorio romagnolo che coinvolga tutte le risorse locali.
La situazione
Anche nella quarta edizione di Romagna Welfare è stato presentato lo Studio RW24 condotto da Mediatip e Welfare Group. I grafici hanno evidenziato una crescita del trend di iniziative di Welfare Aziendale nelle imprese dell’Emilia-Romagna. Nel 2018 solo il 46% delle imprese sui confini regionali prevedeva politiche di responsabilità sociale, nel 2020 il 60%, il 70% nel 2022, per stabilizzarsi nel corrente 2024 all’80%. Le ragioni dell’aumento - rileva Welfare Group - risiedono nel maggior riconoscimento che gli imprenditori hanno dato al benessere dei dipendenti, ma anche nella comprovata efficacia che queste misure hanno avuto nella riduzione del cuneo fiscale. Stesso discorso per i fringe benefit come buoni pasto, buoni carburante o card viaggio.
Turismo
Ampia parentesi dedicata al settore del turismo. «Un comparto dove numeri e lavoro ci sono e che non conosce crisi - afferma Patrizia Rinaldis, presidente Federalberghi Rimini. Che, però, evidenzia - Se non attiviamo manovre di welfare aziendale che cambino le qualità della loro vita non riusciremo a ridare dignità al nostro settore». Le fanno eco i dati raccolti dalla relazione: solo il 15% delle strutture attua azioni di Welfare Aziendale. Urge «Un cambiamento nell’approccio - esorta Rinaldis. Se il datore non coglie il mutamento del contesto sociale è inutile parlare di benessere. L’azienda deve conoscere le esigenze dei lavoratori se vuole che si adeguino alle proprie». Dallo studio si evincono anche i motivi per cui l’85% tra alberghi e attività ricettive della Riviera non esercita politiche di Welfare Aziendale: la presenza di molti dipendenti stranieri che non manifestano interesse; la, spesso, limitata capacità dei dipendenti a utilizzare le piattaforme digitali atte a richiedere i benefit; la reticenza degli imprenditori; la poca abitudine dei consulenti a consigliarle come strumenti per tagliare il cuneo fiscale. Esempio virtuoso è stato l’albergatore Luca Sirilli che con la Cervia-Milano Marittima Card ha collegato Welfare Aziendale ed economia locale offrendo vantaggi ai suoi dipendenti e opportunità di crescita e attrazione al comparto. «Una vacanza per i dipendenti sul nostro territorio può rivelarsi volano per il procacciamento di nuova clientela. Aumentiamo il benessere aziendale contestualmente esportiamo il brand e costruiamo un welfare territoriale». Risultato RW24: il 52% aumenterà i limiti di fringe benefit per i dipendenti. Così verrà implementato il sistema di piattaforme Welfare Group coinvolgendo più attività ed esercizi commerciali territoriali instaurando una economia circolare.
Sostenibilità
Anche la sostenibilità è divenuta fattore di opportunità e competitività delle aziende. Dall’attenzione all’ambiente, alla gestione dei rischi, fino alla parità di genere. Solo il 30% delle aziende interpellate ha attivo un fondo pensione interno; il 40% un fondo sanitario. Il 60,3% dice di avere ottenuto la certificazione per la parità di trattamento uomo-donna. Sulla sostenibilità energetica il professor Leonardo Setti spiega: «Si è perso il legame diretto produttore-consumatore: l’energia è un bene comune. Lavoro e energia viaggiano insieme: se la condividiamo lavoriamo». Eppure, il 54% delle imprese non redige un bilancio di sostenibilità. Da qui la strada da seguire secondo Welfare Group: «Creare e consolidare una cultura di welfare».