Valle Savio, il Cammino di San Vicinio è guarito dalle ferite dell’alluvione

Il Cammino di San Vicinio è tornerà percorribile nella sua interezza e il cuore giallo e rosso, i colori della Romagna, sono stati rimossi dal logo. «Per molti non significherà nulla, ma per noi quello era il simbolo delle ferite profonde che l’alluvione ha lasciato sul Cammino - racconta Cristina Santucci, presidente dell’associazione del Cammino di San Vicinio - Lo avevamo messo sul sito web e nelle nostre comunicazioni, ripromettendoci di toglierlo solo quando il cammino sarebbe tornato interamente percorribile». Poterlo finalmente togliere è il simbolo di una rinascita conquistata con la dedizione e la passione di tanti volontarie e volontari.

Nelle scorse settimane si sono ultimati i lavori di rifacimento della segnaletica, ultimo passaggio per ufficializzare che i sentieri sono di nuovo percorribili e in sicurezza. Dopo l’accompagnamento di un primo gruppo di sei pellegrini incontrati in fiera a Milano, che era comunque stato già preceduto da cammini solitari o parziali, una coppia ha affrontato di recente l’intero percorso, che richiede solidamente 16 giorni. E un altro gruppo farà la stessa cosa a breve.

Santucci si aspetta che la stagione che si sta aprendo sarà «trafficata - dice sorridendo - Lo vediamo dalle mail: tanti hanno cominciato a scriverci da gennaio, ma fin dallo scorso anno c’erano stati numerosi contatti, ma abbiamo dovuto dire di aspettare qualche mese».

L’alluvione ha infatti devastato diversi tratti del cammino, «soprattutto nella Valle del Borello e a Montetiffi». Sono zone in cui è stato necessario tracciare nuovamente i sentieri, perché quelli di prima non esistevano più. Le più duramente colpite sono state le tappe 15 e 16, la Cesena-Linaro e la Linaro-Sarsina, e il finale della tappa 10 e l’inizio della tappa 11: la prima arriva a Montetiffi da Sant’Agata Feltria; la seconda riparte da qui e va verso San Giovanni in Galilea. Per entrambe il problema è la grande frana che ha colpito Montetiffi.

«Anche tra Montiano e Cesena abbiamo dovuto fare piccole modifiche per via dell’alluvione - racconta Santucci - ma le tappe 15 e 16 le abbiamo dovuto ritracciare e ritabellare. Il sentiero di oggi è simile, nelle altezze e nella lunghezza, ma non è più quello di prima. Tra Linaro e Sarsina era andato giù tutto, in questa zona al Cai e in particolare ai volontari di Linaro Sentieri andrebbe dato un encomio, hanno fatto un lavoro incredibile di ripristino dei sentieri. Anche tra Linaro e Ciola il sentiero è stato cancellato. In alcune zone, prima di poter intervenire, abbiamo dovuto aspettare l’intervento dei Comuni con i mezzi meccanici, poi è cominciato il lavoro di noi volontari». Tra Cesena e Roversano, dove il cammino segue il lungo fiume, solo recentemente si è riuscita ad aprire «un varco». Arrivati a Borello e poi a Bora, «il lungofiume non era più percorribile, prima il cammino scendeva a Piavola dove c’è la bottega che è un servizio importante per i pellegrini; ora invece lo abbiamo riportato in cresta, come era una volta, per poterlo far arrivare all’ostello di Linaro, altra meta importante. A Ciola, invece, ora il sentiero attraversa l’abitato».

Oggi chi percorre il Cammino lo fa con una motivazione nuova: «A chi ci scrive per chiedere informazioni chiediamo sempre come ha conosciuto il Cammino e perché lo vuole percorrere e tanti ci raccontano che la loro è anche una scelta di solidarietà verso questo territorio».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui