Sarsina, gli esorcismi e il culto di San Vicinio: il legame indagato in una tesi di laurea



“Parlare del Diavolo e col Diavolo” è il titolo di una mostra d’arte di Lucio Cangini e Michele Golinucci allestita nelle scorse settimane nella sala del Centro Studi Plautini, che ha destato curiosità e apprezzamenti. Ma quella efficace frase è stata presa “in prestito” da una tesi di laurea non meno interessante sul culto di San Vicinio fra benedizioni, esorcismi e devozione popolare. L’ha scritta Camilla Bonafede, nata a Prato nel 1994 e trasferitasi in Romagna nel 2019, mentre stava frequentando la laurea magistrale in Antropologia culturale ed etnologia all’Università di Bologna. Anche a seguito del legame sentimentale con Michele Golinucci, psicologo al Centro “Don Milani” di Cesena e uno dei due autori delle opere esposte, la cui famiglia ha radici sarsinati, è venuta a conoscenza di quella tradizione che assieme a Plauto è il marchio di fabbrica del paese. Ha deciso di approfondire il tema e proprio presentando i frutti di questo suo impegno si è laureata all’inizio del 2022, con la professoressa Franscesca Sbardella relatrice e il professore Vincenzo Lagioia correlatore.
L’elaborato di Bonafede indaga il culto di San Vicinio sotto vari punti di vista, dalla ricerca prettamente storica e agiografica a quella fatta sul campo, nei luoghi connessi alla figura di San Vicinio, sulle pratiche della Chiesa cattolica e sulla percezione popolare del fenomeno della possessione.
La prima parte si concentra proprio sul santo, sull’evoluzione del suo culto, sulla storia delle sue reliquie, soprattutto la famosa “catena”, al centro della biografia del protovescovo e poi delle pratiche rituali e tradizionali arrivate fino ad oggi.
La seconda parte prende invece in esame la geografia del culto di San Vicinio, che non è limitata a Sarsina: hanno un loro posto in questa storia il Monte San Vicinio, dove la leggenda narra che il santo conducesse la sua vita eremitica, e la pieve di Montesorbo, misterioso edificio che pare aver avuto un ruolo nel culto. La ricerca è stata condotta anche con questionari riferiti al Cammino di San Vicinio, circuito di sentieri che tocca vari luoghi della spiritualità in Romagna e che è percorso da tante persone.
La terza parte della tesi di laurea riguarda la posizione ufficiale della Chiesa Cattolica sulla possessione demoniaca: le benedizioni e i rituali, la formazione degli esorcisti, il contrasto alla superstizione. Include un’intervista concessa dall’esorcista della diocesi. Si indaga il significato della possessione demoniaca in ambito cristiano, la sua evoluzione nei secoli fino alla visione attuale della Chiesa, che oggi si avvale anche della collaborazione della medicina e della psichiatria. Si prende in considerazione l’idea di persona, diversa da quella presente in altre culture, in cui le entità esterne non sono necessariamente buone o cattive e l’identità è vista in modo meno unitario e contrapposto dualisticamente.
La quarta e ultima parte osserva da vicino il vissuto popolare, che si traduce in festeggiamenti cittadini per il santo esorcista e taumaturgo, il 28 agosto di ogni anno. L’intervista a un sarsinate che ha fatto per anni l’assistente dell’esorcista durante i rituali di liberazione correda la ricerca, trasmettendo il turbamento di chi ha fatto l’esperienza di incontrare sia un fenomeno misterioso, sia un essere umano, il posseduto, vedendo «gesti, parole e perfino la voce che non sono più i suoi. Il corpo che soffre, che si dimena, che urla, esprime allora una alterità, che risulta difficile comprendere senza sovrapporvi, anche inconsciamente, un qualche schema», ha scritto Bonafede.
Il suo lavoro potrebbe rivelarsi interessante se qualche editore decidesse di pubblicarlo in un libro, magari col sostegno di sponsor: per Sarsina potrebbe diventare un valore aggiunto anche in chiave di valorizzazione del turismo religioso e culturale, uno dei pilastri della vita del paese.