Mercato Saraceno, ricostruzione post alluvione in montagna: tecnici a confronto sulle criticità
È durato due ore e mezza, ieri, il confronto del tavolo tecnico in cui periti agrari, agronomi, geologi, e tecnici comunali si sono confrontati con la struttura commissariale, con i tecnici di Invitalia e con quelli dell’Agenzia regionale per la ricostruzione. Un momento di confronto come ce ne sono stati altri nei territori colpiti dall’alluvione del 2023 ma con la peculiarità di essere il primo interamente dedicato all’ambito montano, dove a fare danni sono state soprattutto le frane e lato privati le più colpite sono state le aziende agricole. La giornata di ieri è cominciata con una ricognizione delle zone e delle aziende più colpite tra la valle del Bidente e quella del Borello, per poi proseguire, dopo una pausa pranzo, nella sala del Consiglio di Mercato, dove sono stati accolti dalla sindaca Monica Rossi, presente in sala anche il sindaco di Sarsina Enrico Cangini.
I “compiti a casa”
A testimonianza del buon esito della giornata di confronto c’è anche il fatto che la riunione si è conclusa assegnando ai presenti “i compiti a casa”: a trasformare il verbale della riunione in proposte puntuali e concrete che possano migliorare il lavoro di tutti, da trasformare quindi in faq ad hoc, o in un nuovo comma al dl 61 sulla ricostruzione, o in nuove ordinanze della struttura commissariale.
Norme più omogenee
La prima, pressante richiesta che è arrivata dai tecnici presenti è quella di avere maggiore omogeneità tra comuni dal punti di vista dei regolamenti, dei titoli abilitativi chiesti. Uno scoglio non semplice da superare che rallenta le pratiche e a cui ieri al termine di un confronto serrato sul tema, si è proposto di dare soluzione con un tavolo tecnico in cui analizzare casistiche problematiche mettendo a confronto i diversi enti coinvolti e competenti per i diversi ambiti: regionale, commissariale, comunale, periziale. Non è un lavoro facile anche perché la ricostruzione tocca tantissimi ambiti: da quello dei regolamenti comunali, a quello regionale a quello nazionale.
Tempi lunghi e personale
I tempi lunghissimi sono un altro dei temi caldi. A renderli tali ci sono i passaggi burocratici, le attese che ciascuno di questo comporta, ma anche la complessità dei danni: «Dobbiamo fare i conti con un sistema viabilità che è saltato e qui non è che non si intravede la fine, il problema è che non si vede l’inizio, perché la gran parte degli interventi sono nei piani speciali che stanno per essere approvati», ha detto Davide Parisi dell’agenzia regionale. A questo si aggiunge anche il fatto che da quando si è dimesso l’ex presidente Stefano Bonaccini parte della filiera dei ristori si è dovuta fermare.
Un percorso comune
Parisi ha sottolineato anche che tutte le risorse della ricostruzione pubblica sono state impegnate, al punto che «se emergesse oggi una nuova frana che non era stata censita, ci vorrebbero anni per intervenire». Per questo, ha spiegato, «stiamo cercando di creare un percorso per capire come la ricostruzione privata, su cui ci sono risorse, può, con un minimo di indirizzo, intersecare quella pubblica massimizzando l’efficacia degli interventi». Una ricerca di efficienza che si accompagna anche al fatto che il personale è poco rispetto alla mole di lavoro da gestire.