Mercato Saraceno, tra “i 5 volti dell’agricoltura italiana del 2024” c’è anche Matteo Pagliarani

Valle Savio

Imprenditore agricolo a La Clorofilla, l’azienda agricola ed agrituristica di famiglia, autore e divulgatore, il mercatese Matteo Pagliarani è tra “i cinque volti dell’agricoltura italiana del 2024” secondo Agronotizie, testata giornalistica specializzata nel settore agricolo. Gli altri quattro sono il commissario europeo per il benessere animale Olivér Várhelyi, Simona Rapastella, di FederUnacoma, il nuovo commissario europeo all’agricoltura Christophe Hansen e il ministro italiano dell’agricoltura Francesco Lollobrigida. «Matteo Pagliarani, 30 anni, romagnolissimo e imprenditore agricolo, è vicepresidente del Ceja, il Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltori che rappresenta circa 2 milioni di agricoltori under 35 da 22 Paesi europei», così lo presenta Agronotizie, spiegando che Pagliarani «incarna il dinamismo della nuova generazione: innovazione, visione e coraggio sono i valori che promuove per un’agricoltura sostenibile e competitiva».

Quella in Ceja, racconta Pagliarani «è un’esperienza di altissimo livello, per le persone e i luoghi che frequentiamo, per le esperienze che incontriamo». Democrazia, gruppi di lavoro e position papers sono le parole con cui riassume l’attività del Ceja: «Divisi in gruppi di lavoro elaboriamo documenti di posizionamento per aumentare la partecipazione democratica alla definizione delle politiche agricole».

In Romagna l’esperienza dell’alluvione ha contribuito ad aumentare la coscienza ecologica di chi vive in questi territori e dell’importante ruolo dell’agricoltura: «Abbiamo imparato tutti che è quando le zone rurali smettono di essere vitali che diventano fragili». Su tutti cita ad esempio il tema della regimazione delle acque: «Si potrebbe fare davvero tanto lavorando in sinergia con il settore agricolo per mettere in sicurezza i territori. La sfida per il futuro è capire come migliorare e far crescere la manutenzione e gestione del territorio».

«Tra le persone che rappresento l’attenzione a questi temi è altissima ed è grande l’impegno nella ricerca di soluzioni. Il mio auspicio - aggiunge - è che la voce dei giovani agricoltori venga tenuta molto più in considerazione», in questi anni di rappresentanza agricola in Europa «non mi è ancora capitato di conoscere un giovane agricoltore che non sia per la sostenibilità ambientale e l’innovazione, un allevatore che non abbia a cuore il benessere animale». Non è un caso che in questi anni non siano mancati i punti di incontro tra settore agricolo e istanze portate da gruppi ambientalisti, ecologisti e animalisti. La parte difficile è tradurre in sostanza pratica questi principi: «La parola più difficile è “democrazia”, la ricerca cioè di un punto di incontro sapendo che qualsiasi transizione richiede tempo e sostenibilità economica: non esiste politica efficace senza un budget adeguato».

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