Mercato Saraceno, l’ultima tappa in Romagna di De Pascale è in montagna: 4 proposte per ripartire
«Ti abbiamo portato qui al bar Roma perché porta bene», rompe il ghiaccio strappando una risata a tutti la sindaca di Mercato Saraceno Monica Rossi introducendo il «penultimo incontro pubblico di questa campagna elettorale» di Michele De Pascale, candidato presidente dell’Emilia-Romagna del centrosinistra, prima di andare a chiudere a Bologna in piazza Santo Stefano. C’erano anche i candidati del Pd Massimo Bulbi e Maria Grazia Bartolomei, e il candidato di Avs Ignazio Palazzi, assente Francesca Lucchi, fermata da un problema di salute. I saluti di casa e l’appello a votare sono affidati al segretario Pd Claudio Manci.
Contro la forza di gravità
«Le cose dette all’inizio e alla fine di un discorso sono di solito le più importanti», ha detto Enzo Lattuca, presidente della provincia di Forlì-Cesena e amico fraterno di De Pascale. Il riferimento di Lattuca è alla scelta di chiudere la parte romagnola della campagna elettorale in montagna: «Abbiamo aperto questa campagna elettorale parlando di sanità ad agosto, adesso siamo qui a parlare di aree collinari e montane». Territori dove spesso, tolto il caso delle amministrative, è andato a destra. Un voto che Lattuca definisce «di protesta» e associa alle difficoltà che vivono le aree interne. «Quello di Mercato e della Valle del Savio è un territorio particolare, meglio e più collegato di altre aree montane del nostro territorio provinciale. Qui ci sono insediamenti produttivi importanti e si riescono a garantire servizi, ma è una corsa in salita e per sconfiggere la gravità serve la spinta di politiche adeguate che sostengano la montagna». In questo senso Lattuca rivendica la scelta fatta dieci anni, prima che lui diventasse sindaco, quella dell’Unione dei Comuni e del meccanismo di solidarietà che la governa.
Il divario da ricucire
«Cinque anni fa nel territorio comunale di Mercato Saraceno Lucia Borgonzoni prese 11 punti percentuali in più di Stefano Bonaccini», parte da qua Michele De Pascale quando prende la parola, ricordando lo straordinario lavoro con cui Bonaccini riuscì a ribaltare i propostici che davano la regione pronta allo storico passaggio a un governo di centrodestra, ma anche dall’ammissione della difficoltà del centro sinistra in tutta la nazione oltre che in Emilia-Romagna, a fare breccia nelle aree interne. «Dobbiamo chiederci perché e cambiare passo rispetto al passato, anche perché nel centrodestra sono bravi a sottolineare i problemi ma non a risolverli. Ditemi un solo provvedimento fatto dal governo Meloni per la montagna in due anni di governo», sfida De Pascale
Salute e scuola
Quattro i temi principali al centro delle proposte per la montagna del candidato del centrosinistra : «Un patto per la salute nei territori di montagna. Abbiamo detto che apriremo la nuova legislatura con un grande piano di autoriforma del nostro sistema sanitario e lo faremo dedicato un tavolo di lavoro specifico alle politiche sanitarie in questi territori». Garantire sistemi di emergenza urgenza anche nelle aree montane e servizi adeguati per le patologie croniche gli obiettivi prioritari. Serve poi «un patto per la scuola» e qui De Pascale fissa un principio generale: «Il governo sta tagliano i fondi e la coperta diventa sempre più corta, ma dobbiamo dirci noi amministratori che le esigenze della montagna devono venire prima: che tra fare due classi invece che tre in pianura o fare zero classi invece che una in montagna prevale l’esigenza della montagna».
Infrastrutture e lavoro
Il terzo punto sono le infrastrutture. Quelle viarie: «Ho provato a convincere due governi e l’Europa che investire sulle strade in montagna non è consumo di suolo, ma dare la possibilità di continuare a vivere in sicurezza questi territori. Questa è una partita su cui anche la regione deve investire risorse». «C’è un’altra partita regionale sulle infrastrutture ancora più importante e riguarda la sicurezza territoriale. Dobbiamo creare una un’agenzia di sicurezza territoriale specializzata in opere pubbliche, che gestisca tutta la rete fluviale che dia una mano ai comuni a gestire i fenomeni franosi». Ma anche le infrastrutture digitali: «oggi la connessione veloce è necessaria come avere l’elettricità e l’acqua». Il quarto punto è il lavoro: De Pascale propone «un patto con i sistemi industriali, in passato è già stato fatto, per uno sviluppo armonico nel territorio, il ruolo del pubblico sarà quello di sostenere con più forza chi investe nei territori montani, vale per i sistemi industriali, ma anche per l’artigianato, l’agricoltura, il turismo».