Mercato Saraceno, addio al pioppo monumentale della fonte di San Vicinio: dopo 200 anni l’immenso albero è crollato

Il pioppo monumentale della fonte di San Vicinio è crollato. Oltre quattro metri di diametro, più di 200 anni di età stimata, ha ceduto e ora il suo immenso fusto giace riverso sopra la struttura che protegge la fonte. È Lodovico Chiarini, 90 anni, storico custode e factotum della Pieve di Montesorbo a segnalare quanto accaduto. È un modo per dare una sorta di addio pubblico a quell’immenso albero che da decenni suscitava meraviglia e affetto in chi si avventurava fino alla Musella in cerca della fonte. Chiarini ha fatto parte del gruppo che nei primi anni ‘80 la struttura che ancora oggi custodisce quella fonte. «Pare che il santo venisse qui a prendere l’acqua, perché su al monte dove viveva non c’era». Quell’acqua negli anni è diventata famosa perché si dice aiuti contro l’infertilità e per questo oggetto di pellegrinaggi. Qui arrivava anche una delle tappe del cammino: «Si saliva da Linaro, passando da Maiavolo per arrivare alla Musella, è uno dei tratti più franati. Chissà se sarà mai possibile recuperare il vecchio sentiero».

A fare crollare definitivamente sono state le ultime piogge intense, quelle del 17 e 18 settembre, e ora quel fusto imponente giace riverso sulla casetta che custodisce la fonte. «Qualcuno dovrà intervenire per rimuoverlo - spiegano Lodovico Chiarini e Giovanni Tontini, dottore in agraria e residente della Musella - ma prima volevamo salutarlo come si deve». Non sanno con certezza di chi sia la competenza, se del proprietario del terreno, della diocesi o del comune, ma si aspettano che presto qualcuno intervenga per rimuoverlo, «Andrà anche riparato il tetto della struttura», aggiunge Chiarini. È una speranza e un monito al tempo stesso.

Quello della manutenzione è infatti un tasto dolente, Chiarini che da 30 anni è custode della Pieve di Montesorbo, chiede che venga fatto di più per tenere custoditi e fruibili i luoghi legati al culto di San Vicinio e la pieve stessa. «Per la pieve di Montesorbo sono 8 anni che attendiamo che il comune dia i permessi per realizzare i servizi igienici. Il progetto c’è già - racconta Chiarini -, lo ha realizzato e presentato in comune l’architetto Alessandro Savelli. Ci sono anche i soldi per realizzarlo: li mette Orogel. Una buona parte del lavoro per arrivare all’autorizzazione in Comune lo aveva fatto l’ingegnere Andrea Montanari prima del trasferimento a Cesena, ma da allora non se ne è saputo più nulla». «Anche da poco mi hanno contattato per organizzare un pullman per visitare la pieve, ma quando hanno saputo che non ci sono i servizi, essendo in gran parte persone anziane, hanno rinunciato. E non era la prima volta che capitava. Alla sindaca (Monica Rossi, ndr) ho chiesto più di una volta che fine avesse fatto il progetto ma senza ottenere nulla». «Adesso sta crollando anche la staccionata e avrebbe bisogno di manutenzione»

Avrebbe bisogno di manutenzione anche l’oratorio del monte di San Vicinio: «Ci sono delle infiltrazioni nel tetto e ci piove dentro ma Comune e Diocesi si rimpallano le responsabilità. Che senso ha - si chiede Chiarini amareggiato - promuovere il Cammino di San Vicinio, organizzare iniziative, se poi il luogo dove ha vissuto il santo è in stato di abbandono?».

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