Il fuoco è partito dall’interno all’ultimo piano: danni ingentissimi e indagini sul rogo all’ex Sanatorio di Acquapartita
Danni ingentissimi alla copertura ed all’ultimo piano in particolare. Il fuoco è partito da dentro e non può essere stata una fiamma “accidentale” visto che la struttura è completamente priva da tanto tempo di qualsiasi sorgente elettrica.
Sono le certezze da cui partono i carabinieri per indagare sul rogo che ha intaccato pesantemente l’ex sanatorio di Acquapartita. Indagini che sono iniziate non appena i vigili del fuoco hanno terminato le complesse operazioni di spegnimento, iniziate poco dopo l’alba di domenica e terminate attorno alle 17.
L’area è recintata perché abbandonata. Ma la recinzione di rete che la circonda è piena di falle aperte e create “dall’uomo” quindi entrare nell’edificio non è per nulla difficile per nessuno. Anche perché, tra l’altro, in tutto l’ex sanatorio sono stati rimossi gli infissi: quindi ogni piano, dalla base fino al tetto, è privo di porte e finestre.
L’ipotesi più accreditata ad ora è che qualcuno stesse usando l’ultimo piano del grande palazzo affacciato sul lago come “rifugio”, per qualche motivo. Impossibile capire se si trattasse di senza tetto in cerca di un riparo. Se qualche “coppietta” che intendesse appartarsi in una zona dove essere sicura di non essere disturbata o vista, se qualche ragazzino vi si fosse avventurato o se a cercare un “luogo isolato e coperto” fosse piuttosto qualche tossicodipendente. Di fatto l’assenza degli infissi rende in questa stagione e l’ex sanatorio un luogo molto freddo dove stazionare. La tesi è che qualcuno abbia acceso un fuoco sfuggito dal controllo.
Non è possibile al momento accertare “presenze” che abbiano causato all’ultimo piano l’incendio.
La struttura, ed in particolar modo il tetto, sono di legno e rame. È stato escluso che a centrare la copertura sia stato un fulmine. Ma non ci sono tracce di cosa abbia bruciato per primo per poi “allargarsi al resto”.
Il tetto adesso è andato semidistrutto e ci sono molte parti scoperte. La struttura che era abbandonata, adesso è anche dichiarata inagibile per i danni causati sia dall’incendio che da quanto a livello strutturale gli uomini del 115 hanno dovuto tagliare ed abbattere per non permettere all’incendio di allargarsi anche ai piani inferiori dello stabile.