Bagno di Romagna, lavoratori delle terme Sant’Agnese fondano il Movimento dei Leopoldini: «Tuteliamo l’onestà dei dipendenti»

«A tutela dell’onestà e dell’onorabilità di ex ed attuali dipendenti delle Terme di Sant’Agnese». Gianni Rossi ha motivato così la costituzione del movimento dei “Leopoldini” di cui è stato eletto portavoce. Un comitato, ad oggi, formato da 12 volontari fra lavoratori e fuoriusciti dalla struttura termale di Bagno di Romagna. All’interno della azienda partecipata dal Comune (68%) da 36 anni nonché delegato sindacale, Rossi ha spiegato quanto la scelta si fosse, oramai, resa «inderogabile e indispensabile dopo l’accusa mossa nei confronti dei dipendenti con una denuncia-querela depositata dal presidente della società Enrico Camillini all’autorità giudiziaria».

Con la precisazione che trattasi di «denuncia contro ignoti», si fa riferimento all’esposto presentato alla Procura di Forlì per presunte manomissioni al sistema informatico di gestione delle timbrature dei dipendenti realizzate prima del giugno 2024. Modifiche manuali dei dati che sarebbero state rilevate dal gestore del software delle timbrature Elco Sistemi Srl e che riguarderebbero l’inserimento di turni di lavoro mai effettuati; alterazioni degli orari di entrata e uscita; false ore di straordinario e altre modifiche a favore di alcuni dipendenti.

«È un’accusa falsa e diffamatoria – afferma Rossi – dell’etica professionale e dell’agire competente dei lavoratori che causa danni economici e morali». Gli obiettivi del movimento che trae il proprio nome da Leopoldo II, finanziatore della ristrutturazione che nel 1828 ha dato inizio al nuovo ciclo delle Terme, sono - elenca il portavoce - «la diffusione pubblica della situazione aziendale che ha portato alle sanzioni comminate dall’Ispettorato del Lavoro; delle motivazioni che hanno causato l’emarginazione e le dimissioni di 40 dipendenti dal 2019 a oggi; delle spese legali a cui sta facendo fronte l’azienda tra sanzioni amministrative dell’Ispettorato e per contrastare le richieste dei lavoratori, sperperando risorse preziose per lo studio e la realizzazione di un piano industriale di valorizzazione economico-turistico 2025-2028».

I provvedimenti richiamati risalgono all’ispezione che l’Ispettorato ha svolto nel 2021 in azienda, all’esito della quale ha contestato alle Terme Sant’Agnese mancati pagamenti ai dipendenti per un importo di 318.629,08 euro. Gli emolumenti nascerebbero dal sommarsi di minuti di prestazione non conteggiati a dovere negli anni e, di conseguenza, non elargiti agli interessati, ma che secondo l’organismo di controllo ministeriale spetterebbero di diritto ai lavoratori.

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