Un anno e mezzo di mistero su un bancomat consegnato a Cesena ma non al proprietario

Cesena
  • 07 ottobre 2024

Dopo un anno e mezzo, malgrado diffide legali, ancora non è neppure riuscito a comprendere chi gli avrebbe consegnato il Bancomat, che invece non ha mai ricevuto. È la vicenda kafkiana che vede coinvolta una famiglia, e un cesenate settantenne, al quale un “misterioso postino” avrebbe consegnato il nuovo bancomat. Che invece non è mai arrivato.

«Siamo nell’aprile 2023» racconta il cesenate, dopo aver letto sul “Corriere” del caso di un altro cesenate a cui una missiva bancaria “urgente” era stata recapitata due anni e mezzo dopo. «E poco dopo sarebbero scadute di validità le tessere bancomat di Credit Agricole mia e di mia moglie. Il giorno 17 suonano alla porta e il postino mi consegna una raccomandata per mia moglie, che firmo io, dentro alla quale c’era il suo nuovo bancomat, con l’avviso che sarebbe diventato funzionante di lì a poco. Nulla di strano se non che i giorni passavano, il conto in banca è il medesimo, ma per me la nuova tessera bancomat a casa non arrivava. La prima cosa che ho fatto naturalmente è stata contattare la banca per chiedere, scherzosamente, se per caso si fossero “dimenticati di me”. In filiale però mi misero subito sull’avviso: i bancomat mio e di mia moglie erano stati spediti lo stesso giorno e quindi anche il mio sarebbe dovuto essere già arrivato».

Grazie alla banca, il cesenate ha ricevuto gli estremi della spedizione delle tessere fatta dall’istituto di credito e si è recato all’ufficio postale centrale cesenate per cercare di capire che fine potesse aver fatto il suo bancomat. «È qui che dopo una lunga attesa nel piazzale mi è stato risposto che quella raccomandata col mio bancomat dentro era stata consegnata “a me” giorni prima. Peccato però che a me nessuno abbia mai consegnato nulla».

È partito di qui il tritacarne burocratico collegato al mistero che ancora non è risolto. «La cosa più semplice nell’immediato sarebbe stata se mi avessero subito mostrato la firma di chi aveva ritirato quella busta che loro dicevano consegnata a me. Ma, nessuno si metta a ridere, mi è stato negato di vedere la ricevuta che “io avevo firmato”, perché io secondo poste, per la privacy quella “mia” firma non potevo vederla. Nemmeno in quel momento, in cui ero fisicamente nell’ufficio giusto e munito di documento d’identità».

È così iniziata sia con Poste di Cesena che con Poste centrali una fitta e serrata serie di comunicazioni, fatta di telefonate, mail e fax, con richiesta di chiarimenti. «E per fortuna che quel bancomat non mi serve. Ho un altro conto corrente da un’altra parte e, qualora servisse usare i soldi di quel conto della filiale vicino a casa mia, almeno la tessera di mia moglie per fortuna è arrivata».

Solo nel giugno 2023, dopo mille burocrazie, il cesenate è riuscito a farsi consegnare una copia della ricevuta della raccomandata che conteneva il suo bancomat. «Naturalmente la firma sopra non è mia. Si vede chiaramente, anche perché avendo ritirato io la raccomandata di mia moglie la differenza grafica è notevole e visibilissima, senza bisogno di essere degli esperti. Quella ricevuta avuta a giugno da Poste centrali poteva essere ancora utile risalire al postino che aveva consegnato la busta, la cui identità è contenuta in un codice della consegna. Magari si era ancora in grado di riconoscere dove ed a chi aveva consegnato il mio bancomat. Ma Poste mi ha sempre impedito di identificarlo e non ha mai fatto nulla per dare la caccia a quale indirizzo potesse essere finita quella mia lettera della banca, che loro ritengono essere consegnata correttamente».

L’estate è finita ma il mistero resta irrisolto. Nessuno ha utilizzato quel bancomat per fare operazioni o per prelevare soldi. «Per poter arrivare a capo del mistero il mio avvocato ha mandato una diffida a Poste, chiedendo risposta per poter fare chiarezza anche sul danno arrecatomi da una finta consegna della raccomandata bancaria. O da una consegna effettivamente avvenuta, ma non a me. Per ora, pur essendo passati i termini dettati dal legale, nemmeno l’avvocato ha avuto risposte sulla vicenda».

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