Studioso di Cesena riscopre dopo più di 100 anni un motto di D’Annunzio

Cesena
  • 05 ottobre 2024

Motto dannunziano finora sconosciuto scovato da storico locale. “Tienti alla terra!” è il motto aviatorio dannunziano di 100 anni fa, emerso tramite una ricerca archivistica, condotta dal cesenate Giampaolo Grilli, anche tenente dell’Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia sezione di Cesena (Unuci). Già autore di collaborazioni con enti e associazioni culturali, Grilli, da anni approfondisce lo studio di alcune imprese aviatorie della Grande guerra e dei legami con Gabriele D’Annunzio di Ivo Oliveti di Borghi e ha riportato alla luce un motto non censito dagli studiosi dannunziani.

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La particolare scoperta cade in questi giorni in cui ricorrono i 107 anni dal temerario bombardamento notturno su Cattaro in Montenegro. Nella notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1917, si svolse la più audace impresa aviatoria di bombardamento condotta contro l’Austria, quando 14 velivoli Caproni, modello 450, attraversarono il mare Adriatico e sganciarono sul nemico bombe dopo 5 ore di volo e da 3mila metri d’altezza.

«Fu un grande successo - riferisce Grilli - con i piloti insigniti della medaglia al valore militare, tra i quali il tenente Ivo Oliveti e il comandante-poeta D’Annunzio. Mi sono interessato ai vari motti di guerra utilizzati dai piloti della squadriglia “San Marco” di D’Annunzio tra il 1917 e il 1918. Stavo poi studiando le relazioni d’amicizia tra il Vate e il pilota Ivo Oliveti (morto in Africa orientale nel 1936), al fine di completarne la biografia, quando mi è capitato il motto “Tienti alla terra”».

«è stato un colpo di fortuna - aggiunge Grilli - l’aver rintracciato un articolo scritto sugli annali dell’Università di Macerata tra il 1929 e il 1930, quando Oliveti, dopo essere stato pilota militare, fu docente di diritto agrario di quell’ateneo. In quello scritto, Oliveti ricordò quando durante la guerra del 1915-1918, facendo servizio dal campo di volo di San Nicolò di Lido, vide dipinti sul soffitto di un piccolo chiosco di legno detto “il bar”, ove la squadra aveva la sua sede con vari cartigli di motti inventati dal Vate che furono fatti scrivere nel soffitto.

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Il “Tienti alla terra” appariva anti-aviatorio rispetto ad altri scritti, ma di fatto raccomandava agli aviatori di condurre il volo a vista, tenendosi fuori dalle nubi e dalle nebbie, per non perdere il contatto col suolo (in quei tempi gli strumenti per la navigazione aerea erano abbastanza primitivi), assurgendo così a motto e di fortuna. L’allora docente Oliveti ne trasse spunto per redigere un articolo sulla valorizzazione “L’agricoltura in primo piano”. Poi il motto cadde nel dimenticatoio e il chiosco di legno, dopo la fine della guerra, venne distrutto. Solo qualche scatto fotografico salvato tra archivi della ex base di San Nicolò di Lido e della Marina militare mi ha permesso di riscoprirne l’esistenza. Si tratta di pochi scatti fotografici che ritraggono l’esterno del chiosco di legno e alcune vedute interne del sottotetto, dove tra alcuni cartigli sfocati la fortuna ha voluto che il “Tienti alla terra” risulti nitido. Ma un altro indizio che mi ha portato sulla pista dell’effettiva esistenza del motto, fu un’orazione sui prezzi in agricoltura durante il periodo della “battaglia del grano”, che Benito Mussolini tenne in piazza a Forlì, pubblicata poi sul “Popolo di Romagna” dell’ottobre del 1927 proprio col titolo “Tienti alla terra”. Il Duce che aveva fatto la Grande guerra come bersagliere, non poteva sapere dell’esistenza del motto conosciuto dagli aviatori della San Marco, se non svelatogli attraverso l’amicizia con Oliveti, quando assunse la direzione del partito fascista di Forlì».

«Il Duce - conclude Grilli - poi tenne anche un discorso proprio dal titolo “Tienti alla terra”».

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