Stalking dei carri funebri: perizia dal Gip per la figlia che si è addossata le colpe

Cesena
  • 14 marzo 2025

Il caso del cosiddetto “stalking dei carri funebri”, che ha visto per mesi l’autotrasportatore cesenate Paolo Zignani bersagliato di consegne di ogni tipo da due donne, madre e figlia ora ricoverate coattivamente in una struttura psichiatrica, ieri ha fatto capolino in Tribunale a Forlì.

Davanti al giudice Elisabetta Giorgi, infatti, si è dato avvio ad un incidente probatorio in cui si cercherà di chiarire il profilo psichiatrico di soltanto una delle potenziali accusate. Dopo il ricovero per madre e figlia, residenti in provincia di Arezzo ordinato dalla magistratura, la figlia si è assunta ogni responsabilità sulle chiamate effettuate per mesi per mandare in direzione Borello consegne e servizi variegati, compresi una quarantina di carri funebri a recuperare “la salma” dell’autista cesenate preso di mira.

«Lei non c’entra nulla, è tutta opera mia» ha spiegato agli investigatori la figlia, a scagionare la madre. Così, davanti al pm Antonio Vincenzo Bartolozzi, al difensore della pare lesa Raffaele Pacifico e al difensore dell’indagata Francesca Malengo, il giudice ha chiesto al medico Michele Sanza di esaminare, in 90 giorni di tempo, se l’indagata sia in grado di partecipare coscientemente ad un processo a suo carico, se al momento del fatto fosse da ritenere pienamente o parzialmente capace di intendere e volere e se sia da considerarsi socialmente pericolosa; e nel caso lo sia, quali possano essere le strutture più adatte per le terapie e le prevenzioni legate alla sua malattia.

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