Schachner: “Torno a Cesena in primavera, visiterò la vetrata della Cattedrale”

Cesena

«In primavera, tornerò a Cesena a vedere una partita ed andrò in Duomo per osservare la vetrata con la mia immagine».

Walter Schachner, leggenda del cavalluccio, è stupito ma allo stesso tempo divertito: anche lui ha scoperto solo in questi giorni che in Duomo dagli anni ‘80 in cui giocava nel Cesena, le vetrate dietro all’altare della chiesa principale della diocesi (a simboleggiare il legame tra la città, il suo patrono e la popolazione), ci sia anche il calcio e la sua immagine, posta ai piedi di San Giovanni Battista.

«Non sapevo di essere parte della cattedrale - racconta al telefono - è passato troppo tempo e può essere che qualche volta sia entrato in Duomo, ma sinceramente non mi ricordo» confida l’ex attaccante.

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Sono infatti trascorsi più di 40 anni da quel Cesena-Milan del 14 agosto 1981 quando, sugli spalti del vecchio “curvone” della Fiorita, comparve per la prima volta lo striscione “Weisschwarz Brigaden”, da cui prendono il nome gli ultras bianconeri. La traduzione in tedesco di “Brigate Bianconere” avvenne in concomitanza con l’arrivo di Schachner, diventato poi un vero monumento vivente della squadra cittadina di calcio. L’attaccante non ha lasciato il segno “solamente” nel cuore dei tifosi; ritroviamo infatti fisicamente il ritratto della leggenda, all’interno del Duomo, ad opera di Nicola Sebastio (1914-2005, scultore) che compose le vetrate nel 1981 ponendole poi alle spalle dell’altare della cattedrale. In quella di destra oltre a San Giovanni Battista, patrono della città, spunta Schachner con i suoi inconfondibili baffi di allora. Ai suoi piedi scarpini da calcio e un pallone in movimento. Si può quasi dire che a Cesena, Schachner sia venerato alla stregua di una “divinità”. Sicuramente è al fianco dei santi...

Riaffiorano mille memorie nella mente dell’attaccante parlando del periodo in bianconero: «Fuori dal campo il ricordo più bello che ho della Romagna è la nascita di mio figlio (Walter-Roberto, ndr)». Nel mondo del calcio invece? «Aver indossato la maglia bianconera e aver giocato negli anni 80’, nel miglior periodo del calcio italiano. Cosa che mi riempie di orgoglio».

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