Salvò 669 bimbi ebrei: il racconto a Longiano della storia di Nicholas Winton

Cesena
  • 18 ottobre 2024

Incontro emozionante con Vera Snabl e Federica Ugolini che hanno raccontato del padre e nonno Hanus Snabl e del suo speciale salvatore sir Nicholas Winton, che ebbe un ruolo determinante nel salvare 669 bambini ebrei cecoslovacchi allo scoppio della seconda guerra mondiale, salvando loro in pratica la vita.

L’incontro

Alla sala dell’arengo del castello malatestiano di Longiano, mercoledì sera gli adulti e ieri mattina gli alunni di terza media, hanno incontrato dal vivo e condiviso le emozioni di un racconto vero che sembra un romanzo. Erano presenti la giunta comunale di Longiano guidata dal sindaco Mauro Graziano e il presidente dell’Anpi del Rubicone Luca Bussandri che hanno presentato Vera Snabl e Federica Ugolini, rispettivamente figlia e nipote di Hanus Snabl, uno dei 669 bambini cecoslovacchi ebrei salvati da una rete di volontari per mezzo di treni partiti da Praga appena prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.

Il film One Life

All’interno della rete praghese operarono volontari di diverse nazionalità fra i quali un ruolo preminente fu svolto dal cittadino britannico Nicholas Winton sulla cui figura, l’anno scorso, è uscito anche in Italia il film intitolato “One Life”, con il noto attore Anthony Hopkins nel ruolo del protagonista.

Gli 8 treni di Winton

Nicholas Winton (1909-2015), nel 1939 a 30 anni salvò dalle persecuzioni ebraiche 669 bambini, in gran parte ebrei di Praga, organizzando 8 treni sigillati che partirono per Londra. Non gli riuscì di fare partire il nono, con 136 persone, che non ebbero futuro. Fra i salvati ci fu Hanus Snabl (1928-2007), 11 anni all’epoca, che arrivò in Inghilterra e poté crescere, al contrario di suo fratello Franta, di 15 anni, che sarebbe dovuto salire sul nono treno.

La famiglia Snabl

La vita di Hanus Snabl fu avventurosa anche da adulto: i suoi due figli, Vera e Martin, hanno avuto anch’essi una vita movimentata. La prima, assieme alla figlia Federica Ugolini, vive oggi a Bologna. Martin è invece dal 1978 a Cesena, dove lavora come medico dentista.

La testimonianza

Oltre a ricordare cosa il congiunto Hanus raccontasse su Winton, di cui divenne un grande amico, hanno ripercorso l’avventura familiare che le ha portate in Italia. «La storia di Winton e dei 669 bambini è rimasta sconosciuta per anni - hanno detto Vera e Federica - Anche noi l’abbiamo appresa dopo molti anni, perchè in casa non ne parlava. “Se non è impossibile si può fare” era il motto di sir Nicholas Winton. Oggi si calcola che quei 669 ragazzi salvati abbiano generato oltre 7mila discendenti. Ci ha fatto piacere poi essere state coinvolte dal premio Oscar Anthony Hopkins che ha interpretato Nicholas Winton in un film dedicato». «Hanus una volta adulto è diventato giornalista sportivo, tornò a Praga, dove nacqui io e anche mio fratello - ha proseguito Vera - e fu poi allontanato dal regime comunista. Nel 1968, quando io e mio fratello eravamo in vacanza con nostra madre in Romania, apprendemmo dell’invasione sovietica a Praga e da lì riuscimmo ad arrivare a Parigi. Risale al 1970 il nostro arrivo in Romagna, a Ravenna. Poi ci siamo trasferite a Bologna anche se mia madre vive in parte a Lugano – ha concluso Federica – Io ho conosciuto Winton al funerale del mio nonno, nel 2007 a Londra. Lui è vissuto fino a 106 anni e ha quindi visto morire vari dei ragazzi che aveva salvato. E con un sorriso mi ha consolata. Un personaggio incredibile che a 100 anni ancora guidava l’auto e leggeva due quotidiani al giorno».

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