Romagna, una tribù che balla: i numeri superano quelli pre-Covid
Sarà stata la voglia di tornare all’aria aperta o di passare del tempo in compagnia degli amici, fatto sta che non tutto il mondo del cosiddetto divertimento ha visto ridurre le proprie attività. A fronte di un comparto della ristorazione e degli alloggi che scende, ne esiste un altro che, al contrario, in questi tre anni è riuscito a salire, con numeri che oggi superano persino quelli del pre-Covid. Stiamo parlando del macrosettore economico che raggruppa le attività sportive, di intrattenimento e di divertimento, all’interno del quale è ricompreso anche il mondo delle discoteche, business tra i più storici e fruttuosi della costa romagnola, specie nell’area di Rimini, di Riccione e di Milano Marittima.
Stando ai numeri di Movimprese, in tutto il territorio alla fine del 2022 erano attive 2.228 aziende afferenti a questo settore economico, di cui la maggior parte, ossia 956, appoggiate sul suolo riminese. Altre 712 sono invece quelle della provincia di Ravenna, a cui si uniscono le 560 dislocate all’interno dell’area di Forlì-Cesena.
La crescita sul 2019
Messi a confronto con i numeri degli anni passati, si nota come il divertimento targato Romagna sia cresciuto persino rispetto al periodo prima dell’epidemia, riuscendo evidentemente ad attraversare un triennio tra i più complicati della storia imprenditoriale italiana. Esattamente come i ristoranti e gli alloggi, così anche il mondo del divertimento e dell’intrattenimento ha dovuto subire le chiusure e la crisi inflativa che è venuta dopo, ma una volta tolte le restrizioni il pubblico sembra aver risposto con altrettanto desiderio di svago.
Nel 2019, per parlare di confronti, la divisione economica delle “attività sportive, di intrattenimento e di divertimento” contava 2.173 aziende, di cui 944 nella provincia di Rimini, 535 tra Forlì e Cesena e le restanti 694 nel territorio ravennate. Facendo un paio di conti, si vede chiaramente come negli ultimi tre anni il segmento abbia guadagnato 55 aziende in più.
L’ascesa era iniziata già nel 2021, quando le imprese del divertimento erano diventate 2.214 (di cui 960 a Rimini, 560 a Forlì-Cesena e 694 a Ravenna).
"I ragazzi hanno voglia di ritrovarsi"
«Visto il successo di molte attività con offerta minore, dove non si paga l’ingresso e si punta essenzialmente sulla vendita di alcolici, molta gente pensava che alle persone non piacessero più le discoteche, ma i fatti ci dimostrano che non è così». A parlare è Gianni Indino, presidente di Confcommercio Rimini ed esperto del settore divertimento. «I ragazzi hanno voglia di stare bene e di ballare, ritrovandosi insieme» dice Indino, che osserva come «anche le discoteche stanno evolvendo, proponendo un’offerta nuova, di maggiore qualità anche dal punto di vista artistico. Chi vorrà godere a pieno delle tecnologie, dei drink e del food – aggiunge – dovrà venire in questi locali. Magari pagando qualcosa in più, ma avendo a disposizione qualcosa di assolutamente innovativo».
Ci sono locali importanti, non solo a Rimini, dove in questi mesi sono stati creati eventi ad hoc e dove sono state realizzate serate piuttosto importanti con costi elevati dell’ingresso, riuscendo ugualmente a far registrare il tutto esaurito. «Magari non si aprirà più tutto il weekend – conclude il presidente di Confcommercio –, ma solo una volta a settimana con offerta molto alta. L’impressione è che ci sia voglia di ripartire e, soprattutto, di fare».