“Regalie e straordinari gonfiati”: chiuso con la prescrizione il processo ai poliziotti di Bagno di Romagna

Non doversi procedere per intervenuta prescrizione (in 28 casi) e imputazione estinta in un caso: con l’agente imputato che nel frattempo è deceduto.
Si è conclusa così la vicenda che vedeva alla sbarra la quasi totalità degli allora agenti della sottosezione di Bagno di Romagna della Polizia Stradale. Un’inchiesta nata un decina di anni fa con accuse che erano state formalizzate e cristallizzate nell’anno 2015.
Tutti al lavoro altrove
Nel frattempo dei protagonisti della vicenda (tra chi è andato in pensione e chi è stato trasferito) nessuno è più al lavoro alla Polstrada di Bagno: nucleo di polizia stradale preposto al controllo di tutto l’asse della E45 dal valico di Verghereto fino ai confini con la provincia di Ravenna. La sentenza di non luogo a procedere è stata letta ieri mattina nell’aula del presidente Ilaria Rosati dove i giudice a latere erano Marco De Leva ed Andrea Priore.
La sentenza
Al termine della propria discussione il pm Antonio Vincenzo Bortolozzi ha chiesto il riconoscimento del non luogo a procedere per avvenuta prescrizione. Richiesta alla quale si sono associati tutti gli avvocati difensori (Max Starni, Giovanni Majo, Emanuele e Vincenzo Andreucci, Marco Martines, Antonio De Martino, Massimiliano Anetta, Stefano Pagliai e Roberto Roccari), per conto di tutti gli imputati.
Patteggiamenti nel passato
L’accusa per tutti a vario titolo era quella di aver ricevuto delle regalie e dei benefit per “ammorbidire i controlli” nei confronti di alcune delle aziende al lavoro sull’asse della E45. E, nella maggior parte dei casi, per gli straordinari gonfiati in danno dello Stato.
In fase preliminare per questa vicenda avevano patteggiato i due principali indagati: l’ex comandante della sottosezione, il sampierano M.B. già andato in pensione quando scoppiò la vicenda; e il mercatese T.B., ex vicecomandante.
Il primo aveva concordato una pena a due anni e nove mesi, il suo vice invece tre anni perché aveva in aggiunta alle accuse la violazione del segreto d’ufficio per aver svelato ad alcune aziende i controlli che sarebbero stati predisposti sulla E45.
La denuncia di un collega
Le indagini furono svolte alla polizia stradale di Bologna. Alla quale si rivolse uno dei poliziotti al lavoro a Bagno di Romagna e nel frattempo anche lui trasferito in altra sede. Un cesenate che, non volendo “partecipare” alle attività che riteneva illecite sotto forma di controlli calmierati, veniva relegato in turni continui al centralino o notturni, in una sorta di mobbing patito, al quale reagì raccontando cosa avveniva all’interno della sottosezione. Accuse di maltrattamenti sul lavoro mai sfociate in nulla di concreto almeno dentro un’aula di giustizia.
Accuse cancellate
Tra rinvii dovuti al coronavirus e lungaggini di natura giuridica legate alla ampia mole d’inchiesta da sviluppare, fatta anche di intercettazioni ambientali svolte nella sala comune dove venivano convocate assemblee sindacali e riunioni alla presenza quasi sempre di gran parte dei dipendenti, il tempo di prescrizione era sfilato via: tanto che già all’udienza dello scorso mese di luglio era stato calcolato come il processo avrebbe potuto ormai avere soltanto la fine poi formalizzata ieri.
Tra i vari reati contestati c’era quello di aver gonfiato gli straordinari ed a ogni singolo imputato si chiedeva conto delle ore “segnate” a pagamento, da poi confrontare con le celle telefoniche dei vari imputati per capire se fossero effettivamente o meno stati al lavoro.
Nel mirino erano finite presunte “mazzette” e regalie varie per gli agenti della stazione di polizia, con in cambio l’alleggerimento dei controlli su strada ad alcune aziende della zona. Ma anche truffa ai danni dello Stato per le ore segnate nei turni per far sì di accumulare straordinari e avere benefit in busta paga. Solo nel 2015, secondo l’accusa, gli agenti avevano incassato dalle aziende 4.710 euro, 32 prosciutti di Parma, altri generi alimentari, pacchi natalizi, buoni carburante ed una cena a Cesenatico. Tutte vicende di cui gli ex responsabili della sottosezione hanno risposto patteggiando. Per tutti gli altri invece ieri è arrivato il proscioglimento prescrittivo che cancella ogni accusa.
Dopo il rinvio a giudizio dell’anno 2019 dunque, ora non dovranno più sostenere queste imputazioni nessuno dei vari protagonisti, poliziotti come detto, peraltro ormai non più al lavoro in questo contesto.