Raid al Fashion Outlet di Savignano Mare: identificati 5 baby vandali
Sono al momento 5 i ragazzini indagati dalla Procura dei Minori di Bologna per danneggiamento e getto pericoloso che avrebbero partecipato al raid del 20 gennaio scorso al “Fashion Outlet” nella zona dell’Iper Rubicone. Sono tutti giovanissimi tra i 15 e i 16 anni, residenti tra la zona nord della provincia di Rimini e Cesena (tra i difensori gli avvocati Giovanna Ollà e Piersanti Gessasaroli del Foro di Rimini). Alcuni degli adolescenti sono stati interrogati dai carabinieri, coordinati pubblico ministero Filippo Santangelo, che hanno tentato di identificare tutti i presenti quella sera, almeno una ventina di giovani. Secondo quanto ricostruito anche grazie ai video che gli stessi giovani hanno postato sui social, dopo aver aperto una porta antipanico e aver lanciato all’interno del negozio alcuni petardi, i ragazzi hanno srotolato il lungo nastro di un idrante e hanno aperto l’acqua allagando l’edificio. In un video di 29 secondi, fatto circolare sui social, si vedono i ragazzini con in testa i cappucci delle felpe correre all’impazzata dopo aver gettato i petardi e fuochi di artificio. I giovani, che si conoscono quasi tutti perché prendono i medesimi autobus per andare a scuola, non avrebbero fornito una spiegazione plausibile alle loro azioni. “Volevo vedere come funziona un idrante”, avrebbe detto uno dei 15enni coinvolti. Durante gli interrogatori nessuno avrebbe ammesso di aver dato il via all’azione teppista ma tutti avrebbero detto di aver visto già altri che correvano verso il “Fashion Outlet” e così si sarebbero accodati per guardare da vicino, e quindi visto che c’erano hanno finito col partecipare. I ragazzi, anche se minorenni, rischiano di macchiare la propria fedina penale per una bravata da mettere on line e passare così un sabato sera invernale. Le indagini comunque non sono chiuse, i carabinieri stanno ancora tentando di identificare altri partecipanti perché secondo il resoconto fatto dai ragazzini interrogati potrebbero essere coinvolti anche dei neo-maggiorenni. Non è chiaro allo stato delle indagini se l’azione vandalica sia nata con un appuntamento sui social o da un gruppo ben preciso di giovani la sera stessa del raid. L’ipotesi è che uno sparuto gruppetto di 5 ragazzi abbia dato inizio all’assalto con il danneggiamento della porta antipanico e l’esplosione dei petardi e che poi si siano aggiunti in maniera estemporanea altri coetanei attivando l’idrante.