Protesta del Wwf provinciale: “A Cesena si sta tagliando indiscriminatamente un bosco lungo il fiume”
“Ci risiamo con tagli di vegetazione e ruspe che devastano le sponde del Savio senza alcuna apparente valida motivazione”.
La protesta arriva dal Wwf provinciale per penna della presidente Maria Chiara Bocchini.
“Nell’ansa di Cà Bianchi su sponda opposta, si sta infatti abbattendo un vigoroso bosco ripariale omogeneo e ben strutturato, con piante miste e disetanee, dove si registra pure una significativa presenza di piante autoctone (come Ontano nero, Frassino ossifillo, Pioppo bianco e salici vari) alcune divenute quindi piuttosto rare nei tratti planiziali, proprio a seguito di interventi come quello in corso che non fanno altro che preparare il terreno alle specie esotiche invasive.
Un bosco che ha resistito a tutti gli eventi alluvionali degli ultimi anni (difendendo sponde, trattenendo detriti ed evitando danni peggiori in città) e che probabilmente s’era giovato della protezione decennale offertagli dal cosiddetto Parco del Savio “desaparecido”, ma che tuttavia risulta ancora essere in “Oasi di Protezione” se questa si può chiamare “protezione”!
L’unico corpo boschivo di un certo spessore ormai che s’era salvato dai lavori eseguiti in passato per la realizzazione della pista ciclabile, che in quel tratto si mantiene un po’ più distante dal fiume. Non si sta “pulendo il fiume” come molti di coloro “affetti da quel tipico riflesso condizionato” penserebbero, o raccogliendo il legname secco lambito dall’acqua, ma si lavora con pesanti caterpillar anche nella fascia più distante fino a lato della pista ciclabile che nel frattempo per i lavori è stata chiusa.
Ancora più grottesco il fatto che si lavori sulla sponda opposta, della futura “Oasi” di Cà Bianchi (di cui alleghiamo foto del cartello con l’edulcorata “mappa delle meraviglie” future, già apposta in loco dal Comune di Cesena, alla quale abbiamo inserito tondino rosso indicante il punto dei lavori in corso). Quindi, nell’interminabile attesa che questa veda gli albori, trattasi intanto di danno ulteriore che s’aggiunge a quello delle escavazioni degli ultimi anni, al disboscamento effettuato sempre nelle immediate vicinanze nei mesi prima dell’alluvione del Maggio 2023 (che ha poi trascinato a Cesena i grandi tronchi accatastati in loco) e all’erosione delle sponde già spogliate per la realizzazione della pista ciclabile. Per non parlare poi dello sfacelo immane causato dal Metanodotto Sestino-Minerbio nel tratto intermedio dello stesso bacino del Savio che aggiunge dissesto con possibili ripercussioni a valle e che richiede ben altre considerazioni a se stanti.
Nel caso in questione poi, non si parli solo di distruzione di vegetazione boschiva, questo intervento si configura ancor peggio come un vero e proprio “ecocidio”, dato che un bosco del genere ospitava sicuramente una moltitudine di organismi e piccole specie animali, attualmente interrate o nascoste nei loro rifugi invernali come ad es. anfibi, rettili (... ricordiamo che nelle vicinanze era stato pure riscontrato un sito riproduttivo di Testuggine palustre) e piccoli mammiferi. Quindi in generale tutte specie protette insieme ai loro habitat, da apposita legislazione regionale (vedi ad es. la LR n°15/2006 che prevede il divieto di cattura e uccisione intenzionale delle specie della fauna minore, nonché di danneggiamento o distruzione di uova, nidi, siti e loro habitat di riproduzione) e norme europee.
Chiediamo pertanto l’immediata cessazione di questi lavori e nel contempo esprimiamo tutto il nostro dissenso nei confronti degli uffici regionali competenti e dell’amministrazione comunale, che ancora una volta disattendono le richieste più volte avanzate da questa Associazione (anche in Consulta dell’Ambiente) per un esame e una attenta valutazione preventiva dei lavori idraulici in previsione sulle aste fluviali. Atti di trasparenza dovuta nei confronti dei cittadini e delle loro rappresentanze portatrici d’interessi, su interventi che ancor più dopo i recenti fatti alluvionali, richiedono cautela e una programmazione lungimirante, in subordine a un’effettiva pubblica utilità”.