Primo confronto pubblico tra i tre candidati sindaco per Cesena VIDEOGALLERY

Cesena
  • 04 maggio 2024

Convergenze e divergenze a geometria variabile sulla cultura e scintille sul fronte urbanistico-ambientale hanno animato il “triello” tra aspiranti sindaci organizzato ieri sui temi cari alla sezione cesenate di Italia Nostra, che dal 1987 prova a fare da pungolo. A Palazzo del Ridotto, davanti a oltre 200 cittadini, Enzo Lattuca (centrosinistra), Marco Casali (centrodestra) e Marco Giangrandi (terzo polo) si sono confrontati sul futuro di gioielli come la rocca e la Biblioteca Malatestiana e hanno anche risposto ad alcuni stimoli fatti per conto dell’associazione da Luciano Terranova e Daniele Molinari.

L’idea della tramvia

Il primo ha suggerito di cercare fondi sovracomunali per realizzare una tramvia elettrica, quella che ora viene chiamata metropolitana leggera di superficie, che giri a ciclo continuo attorno alla città, collegandone i punti chiave. L’idea è stata bocciata da Lattuca, che ritiene che un’opera del genere non sia adatta alla realtà di Cesena; Giangrandi ha invece detto che «merita di essere studiata»; Casali l’ha messa in secondo piano, convinto che «prima di pensare a nuovi progetti bisogna fare funzionare i bus di “Start Romagna”, che saltano troppe corse».

La rocca e il museo della città

Su alcuni punti il sindaco uscente di centrosinistra a caccia del bis e il “terzo incomodo” sostenuto da Cesena siamo noi, Cambiamo e Italia viva hanno fatto fronte comune contro il candidato del centrodestra: hanno per esempio detto all’unisono no alla proposta di quest’ultimo di realizzare un collegamento veloce (ascensore o altro) tra la piazza e la parte alta della rocca. A loro avviso, è meglio organizzare navette in occasione di eventi per agevolare la frequentazione di quel luogo.

Su altre questioni, come la creazione di un museo della città al Sant’Agostino, sono stati invece Casali e Giangrandi a unire le forze, promettendo che si impegneranno per rispolverare quel progetto. Lattuca pensa invece che non sia necessario un contenitore del genere, perché mancherebbe il contenuto, visto che spazi come la pinacoteca che sorgerà a Palazzo Oir e il futuro museo archeologico presso la Malatestiana permetteranno già di valorizzare i tesori della città.

La biblioteca

Interessante la visione diametralmente opposta tra Lattuca e Casali su ciò che dovrebbe essere la biblioteca. L’esponente di Fratelli d’Italia ha lanciato frecciate contro la presenza di una sala gaming, ritenendo che vada «riacceso il motore della ricerca scientifica alla Malatestiana», perché «la cultura deve viaggiare in alto, e poi va trasferita anche in basso». Invece, per il sindaco del Pd, «la biblioteca non è un deposito di libri ma un luogo di relazioni, che deve essere per tutti».

Più in generale, la “filosofia” dei due è molto differente. Casali pensa che «la cultura non la fa la parte pubblica ma quella privata». Lattuca ha invece rivendicato i 15 milioni di euro di finanziamenti intercettati e destinati a edifici culturali e intende andare avanti su questa strada, concentrandosi nei prossimi anni sul San Biagio e su Palazzo Guidi. Tra queste due posizioni c’è quella di Giangrandi, che vuole un coinvolgimento dei cittadini di più ampio respiro, «ricostituendo la Consulta della cultura».

Urbanistica e area Conad

Le tensioni durante questa prima sfida pubblica tra tutti i tre contendenti sono esplose quando il discorso si è spostato sul nodo del consumo del suolo. Giangrandi ha alzato la bandiera del «basta cemento», puntando l’indice contro un altro insediamento in programma a Case Frini, a due passi dal centro commerciale “Montefiore”. Casali ha rincarato la dose, sottolineando che la proprietà di gran parte di quell’area di 11 ettari è di Conad e accusando l’amministrazione comunale di tutelare «grandi interessi». Un attacco duro, accompagnato da una battuta tagliente: «Presto metteremo un cartello con scritto “Conad City” al posto di quello d’ingresso a Cesena». Il sindaco ha reagito sdegnato, dicendo che «in Comune non si sono mai fatti favoritismi e scelte con la logica degli amici o nemici». Sull’argomento specifico del piano a Case Frini, ha poi chiarito che quell’espansione era «già prevista nel Prg del 2000, quando i terreni non erano ancora di proprietà di Conad».

Immobili storici da recuperare

Tra le richieste di Italia Nostra c’è quella di recuperare e valorizzare una serie di immobili d’interesse storico, come il palazzaccio, la portaccia, il ponte di San Martino, il mulino ai giardini Serravalle. Su quest’ultimo Lattuca ha detto di non avere in mente progetti pubblici, perché gli pare uno spazio più adatto per progetti di privati, così come l’ex lazzaretto, mentre il Comune prenderà direttamente l’iniziativa per la portaccia.

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