Partono da Pisa e passano da Cesena i lavori di Trevi e Soilmec per salvare la torre Garisenda a Bologna
Il Comune di Bologna ha affidato definitivamente al gruppo Trevi la responsabilità per la messa in sicurezza della torre della Garisenda, opera complessa che sarà articolata in varie fasi procedurali, a partire dal trasporto eccezionale dei cavalletti e dei tralicci che costituiranno l’intricato sistema di stabilizzazione, attualmente conservati a Pisa, in piazza dei Miracoli, impiegati per il sostegno della “torre pendente” toscana.
Ora il consolidamento della torre ammalorata di piazza di Porta Ravegnana, uno dei simboli del capoluogo regionale, entrerà nella fase clou con sia Trevi che Soilmec in prima linea.
Cronoprogramma lavori
La giunta bolognese ha acquistato il sistema in comodato d’uso gratuito dall’Opera della Primaziale Pisana. Il contratto di comodato prevede una durata di 9 anni con la possibilità per il Comune di restituire gli strumenti anticipatamente qualora cessi la necessità di utilizzo.
In questi giorni partono le operazioni relative al trasporto eccezionale dall’area dell’Opera Primaziale Pisana fino a Cesena, nella casa madre del gruppo Trevi e della Soilmec. Qui oltre alla modifica dell’altezza dei cavalletti, che dovranno essere alzati di 8 metri, anche lo studio di nuovi cavi metallici, che possano adattarsi alla forma della torre bolognese a pianta quadrata. I tralicci riadattati verranno quindi portati a Bologna indicativamente tra marzo e aprile del 2025. Anche il trasporto dei componenti deve essere studiato nei minimi dettagli, dato il contesto logisticamente più complicato di piazza di Porta Ravegnana, rispetto a piazza dei Miracoli di Pisa.
Una volta consegnati i materiali, la Garisenda verrà “cinturata” con i nuovi cavi metallici. Si attenderanno dunque le valutazioni sul campo e le reazioni della struttura e si procederà poi, se le condizioni lo consentiranno, con delle iniezioni di malta o altri materiali studiati durante questi mesi.
Il progetto del consolidamento
Il pool di esperti individuato dal Comune di Bologna per delineare il progetto di consolidamento è capitanato dall’ingegnere Raffaela Bruni e comprende tra gli altri Nunziante Squeglia, professore incaricato dell’intervento a Pisa e Massimo Majowiecki, progettista ingegnere e architetto italiano, specializzato in strutture speciali. Per il consolidamento della torre della Garisenda si è deciso di procedere con la soluzione del sostegno per mezzo di stralli suborizzontali facenti capo a due strutture a cavalletto in carpenteria metallica, costituiti da due funi chiuse di acciaio, ancorati ad un sistema di pali su cui poggerà la struttura tirante.
La torre della Garisenda è a rischio crollo da alcuni mesi e a causa di un allarme diramato ad ottobre 2023 per il quale fu segnalata un’anomala torsione alla struttura, che provocò la chiusura immediata della “sorella” più alta (e più nota): la torre degli Asinelli.
Parallelismo con Pisa
Nell’intervento a sostegno della torre di Pisa, i tralicci erano disposti su due grandi cavalletti, ancorati in fondazione con un sistema di palificazioni che arrivano fino alla profondità di 30 metri. I due cavalletti avevano un’altezza di 12 metri da terra ed erano disposti a 103 metri di distanza dalla torre. Nel contesto urbano bolognese la soluzione prevede che la posizione dei tralicci debba essere tale da contrastare i movimenti nelle direzioni est-ovest e nord-sud. La collocazione ipotizzata prevede che un traliccio sia posizionato contro Palazzo Strazzaroli e l’altro in direzione via Zamboni, mentre la distanza fra la torre e i cavalletti sarebbe nell’ordine di poche decine di metri.
Cavi che dovrebbero tenerla al sicuro da rischi di crollo oltreché stabilizzarla ed il cui “tiraggio” dovrà essere modulato e calibrato scientificamente nel tempo.