Operatori su strada a Cesena contro l’abbandono scolastico in aumento
Troppi ragazzi e ragazze si allontanano dalla scuola e sono esposti ai rischi di “restare in strada tutto il giorno” senza libri da studiare e nemmeno un lavoro.
Asp è corsa ai ripari con un progetto mirato per recuperarli. La strategia è quella di “agganciarli” direttamente nei luoghi che frequentano invece che seguire le lezioni, per allacciare poi rapporti che favoriscano un loro ritorno sul percorso di istruzione.
Al progetto è stato dato il nome “Savana”, costa oltre 90mila euro e si articola in varie azioni nel triennio 2024-2026. Si è partiti nello scorso mese di luglio. La necessità di un intervento di questo genere era emersa da un’analisi dei bisogni compiuta direttamente sul campo dagli operatori dell’Educativa di strada del Comune. Nei mesi estivi e pre estivi erano già state fatte 18 uscite in orari mattutini nelle zone attorno alle scuole, accertando «un trend generale» di aumento degli studenti che “fanno buco”. Al punto da ravvisare una «impellente necessità di avviare un percorso di riavvicinamento e di dialogo costruttivo tra la scuola e i giovani». Più in generale, si ravvisa da qualche tempo «un calo dei livelli di competenza e di apprendimento, sia nella lingua italiana che in matematica, e un complessivo impoverimento educativo registrato anche nella provincia di Forlì-Cesena».
In questa situazione, che desta preoccupazioni, si inquadra una serie di azioni che si è deciso di mettere in campo per arginare il fenomeno della dispersione scolastica, che non solo riduce le opportunità occupazionali ma a volte si lega a doppio filo con comportamenti devianti, dal consumo di droghe ai vandalismi, fino alle risse.
Il target d’età a cui sono finalizzati gli interventi è tra i 14 e i 18 anni e sono rivolti a quei giovani che gravitano sul territorio di Cesena che risultano «in stato di esplicito o palese abbandono scolastico» oppure che hanno imboccato una strada che va in quella direzione. La finalità è accompagnare il loro «rientro all’interno del sistema scolastico, attraverso l’attivazione di percorsi alternativi». Per raggiungere questo risultato ci si muove in cinque direzioni.
Una è quella psicologica e soggettiva, per «contrastare il senso di inefficacia, stimolare la riattivazione delle capacità individuali, facilitare il ridirezionamento a specialisti e servizi territoriali e sostenere il riorientamento scolastico o lavorativo». Si tiene poi conto della dimensione socio-economica, spesso alla base della dispersione scolastica, «promuovendo e veicolando l’accesso ai servizi e alle opportunità territoriali». Si sta prestando particolare attenzione a evitare che si formino «ghetti educativi» e per riuscirci si punta su «attività di inclusione giovanile volta a contrastare ambienti e contesti sociali in cui i giovani culturalmente e socialmente fragili si riuniscono creando dinamiche disfunzionali a cascata».
Passando ai fattori legati alla scuola e al contesto, gli obiettivi del progetto “Savana” sono «sviluppare relazioni con le scuole e relativi canali di dialogo» e «promuovere progetti educativi e informativi di sensibilizzazione contro la dispersione scolastica e sui metodi di approccio da usare con studenti in stato di fragilità». Infine, si sta affrontando il nodo della carenza di spazi e servizi educativi, indirizzando i giovani verso i servizi esistenti ma anche stimolando nuove progettualità, inclusi eventuali nuovi spazi di aggregazione.
Dopo un monitoraggio del fenomeno dell’abbandono scolastico, si entra nella fase di «aggancio» dei fruitori delle varie azioni, di cui si occupano gli operatori di strada formati. Quindi scatta la co-progettazione e attivazione di percorsi individuali, in stretta collaborazione con gli istituti scolastici superiori. Passando attraverso un rapporto di dialogo, si punta ad arrivare infine al rientro in aula, seguito da una fase di “sgancio”, nella speranza che i ragazzi e le ragazze supportate abbiano recuperato la consapevolezza dell’importanza dell’esperienza scolastica e la capacità di camminare con le loro gambe.