Montiano, simboli fascisti in fontane e scuola nel feudo rosso
Simboli fascisti sulla scuola in restauro e su tre fontane di Montiano capoluogo. Il piccolo comune collinare, feudo “rosso” da sempre, dove all’ultima tornata elettorale il centrodestra non si è nemmeno presentato, con il centrosinistra che ha formato una lista unica senza nessun concorrente, conserva una particolarità storica.
Nel borgo collinare, a differenza degli altri territori dove i simboli fascisti sono stati rimossi fin da subito dopo la seconda guerra mondiale, i simboli del fascio resistono da 80 anni. Spiccano le tre fontane in ghisa, una all’ingresso del paese, una vicino alle case popolari e l’ultima sotto l’antica arcata in pietra denominata “arco Spada”. Sono state forgiate nel ventennio, restaurate e ben conservate, mostrando in evidenza, sulla parte anteriore centrale, la riproduzione del fascio littorio. Le fontane sono funzionanti e nessuno ha mai trovato da ridire. Anzi, tutti apprezzano il fatto che erogano acqua fresca. Anche una casa situata lungo il viale principale ha ancora un chiaro simbolo fascista nel numero civico e non ha mai chiesto che venisse rimosso.
La scuola primaria del capoluogo, inoltre, intitolata alla partigiana Pia Campoli Palmerini, situata accanto al centro culturale San Francesco, conserva inalterate le rifiniture realizzate nel ventennio, che riproducono proprio sull’entrata principale le asce bipenni tipiche tanto care a Mussolini. L’edificio è stato più volte sottoposto a restauri conservativi, anche attualmente ci sono lavori per quasi due milioni di euro, ma nessun tecnico o amministratore si è mai sognato di eliminare quel chiaro simbolo del periodo fascista. Mentre quasi ovunque in Italia sono stati cancellati i simboli riconducibili agli anni bui del regime di Mussolini.
Benito Mussolini venne in visita a Montiano il 15 agosto del 1938. Scese dall’auto e con tutto il suo stuolo di gerarchi, fece il giro del paese, si complimentò per la cura del borgo e lasciò una somma di denaro per fare costruire nuove case popolari.
«Pur pensandola in modo diametralmente opposto al regime fascista - è il pensiero del sindaco “rosso” ed ambientalista, Fabio Molari, appena rieletto per il quarto mandato - ritengo che sia un bene che la nostra comunità abbia conservato con cura i simboli del suo passato. Apprezzo che le fontane in ghisa e l’ingresso scolastico con asce siano rimasti al loro posto. Fanno comunque parte di una pagina della nostra storia e sono testimonianze di un’epoca che va fatta conoscere anche ai giovani, proprio per evitare gli errori che furono commessi. Anzi proprio in questi giorni, visti gli imponenti lavori alla scuola elementare ho raccomandato agli uffici di vigilare che i simboli storici del fascio non vengano danneggiati».