Mercato ortofrutticolo all’ingrosso: dopo lo scontro sui social in arrivo un incontro con tutti i candidati a sindaco di Cesena

Cesena
  • 19 marzo 2024

«Cesena Siamo Noi, Cambiamo e Italia Viva chiedono le dimissioni di Alessandro Giunchi dal suo ruolo di amministratore unico del mercato ortofrutticolo di Cesena». È l’incipit di una lunga nota a firma della coalizione che sostiene la candidatura a sindaco per le prossime elezioni di Marco Giangrandi. Per spiegare cosa sia accaduto serve uscire dalla vita reale dell’impegno politico di Cesena Siamo Noi, Cambiamo e Italia Viva (in serata si è aggiunto anche il Movimento 5 stelle) e da quella nel For di Alessandro Giunchi, ed entrare in quell’universo virtuale di dialoghi troppo spesso “sopra le righe” che sono i social. Facebook in particolare.

Sfottò e dimissioni richieste

Come descritto in questi giorni, la pagina ufficiale di Marco Giangrandi riportava una foto del candidato con alle spalle una veduta di una città diversa da Cesena. Foto di Santa Sofia sostituita dopo che in tanti (compreso Alessandro Giunchi) avevano notato la discrasia dovuta, come poi lo stesso Giangrandi ha spiegato, ad un errore dell’intelligenza artificiale nel scegliere lo sfondo. Una foto di “Cesena bella” per la quale in tanti, Giunchi compreso, hanno preso in giro Marco Giangrandi sui social. Con un distinguo: Giandrandi e Giunchi si sono vicendevolmente bloccati sui social e non possono vedere quanto scrivono sui loro profili privati. Così, per chiedere conto degli sfottò di Giunchi, l’amministratore del For è stato chiamato in causa (taggato) sul profilo Facebook del Mercato all’ingrosso. «Sappiamo tutti che in campagna elettorale le schermaglie politiche, gli sfottò e le risse social sono all’ordine del giorno - dice il gruppo di sostegno a Giangrandi - Ma che un rappresentante di un ente partecipato del Comune si prenda la libertà di sferrare un attacco politico frontale ad un candidato sindaco è discutibile. Che lo faccia utilizzando l’account social dell’ente che presiede è di una gravità francamente inaccettabile. Non é banalmente una questione di forma, ma di etica e di rispetto dei principi democratici. È come se il sindaco Lattuca utilizzasse l’account ufficiale del Comune di Cesena per fare campagna elettorale. Per questo ne chiediamo le dimissioni, e se Lattuca manterrà Giunchi al suo posto dovrà assumersene la responsabilità etica».

La replica di Giunchi

Sulla vicenda ed in merito alla richiesta della sua testa su un piatto Alessandro Giunchi non usa toni polemici o accesi. «Essendo bloccato sul mio profilo privato l’aver commentato dal profilo del Mercato ortofrutticolo, che non è istituzionale, non ha alcun costo per l’amministrazione ed è stato creato da me in passato, è stato un fatto accidentale. Detto questo, in generale viviamo ancora in un Paese in cui tutti dovrebbero essere liberi di esprimere la propria opinione senza essere tirati in ballo sul profilo professionale. Auguro a Giangrandi ed agli altri di poter sempre continuare ad esprimere le proprie idee senza alcun tipo di ripercussione, anche ora che ricoprono a vario titolo il ruolo di candidati. Un atteggiamento diverso nel nostro Paese sarebbe una cosa spaventevole e mi auguro che non accada mai».

L’intervento di Casali

Fuori dai social, ieri a tema mercato ortofrutticolo all’ingrosso è intervenuto anche il candidato sindaco Marco Casali: «Il presidente del Mercato ortofrutticolo di Cesena viaggia in Italia e all’estero in cerca di nuovi modelli da adottare per il rilancio della struttura cesenate, ma a 5 anni dalla sua nomina non c’è ancora un chiaro indirizzo. In attesa che il presidente di For chiarisca in commissione questa situazione, è però necessaria una riflessione, tutta politica, su questa partecipata affinché non si finisca, come accadde anche per altri fiori all’occhiello cesenati poi emigrati verso altri lidi, con la città privata di una struttura strategica. L’ex sindaco Lucchi aveva previsto una privatizzazione che fu poi ritirata dallo stesso Pd (anno 2017). Con l’avvento della presidenza Giunchi (2018) si è incominciato a parlare di fusioni con altri mercati (Parma, Bologna e Rimini) arrivando anche alla proposizione di una diligence redatta dallo stesso ex vicesindaco Carlo Battistini ora presidente della Camera di Commercio. Di questo progetto poi non se ne è fatto più nulla. Gli operatori si lamentano: il bilancio dei primi 5 anni di nuova presidenza For appare dunque magro e urge una verifica precisa».

Incontro coi candidati

Una verifica che pare destinata ad arrivare a breve: «Già da qualche giorno abbiamo organizzato con Amo un incontro a tema Mercato al quale vorremmo seduti allo stesso tavolo tutti i candidati sindaci. La data esatta sarà nota quando avremo raccolto la disponibilità temporale di tutti. Le dichiarazioni di Casali mi paiono ferme a qualche anno fa: in realtà nel frattempo sono cambiate molte cose, partendo da investimenti per oltre 1 milione di euro. Marco Casali essendo nel mondo agricolo dovrebbe sapere che se giro l’Italia è per fare rete a livello nazionale con Italmercati. Ma ci sono state anche missioni con la Regione per promuovere la nostra ortofrutta a livello internazionale. Spese di promozione per le quali con Emilia Romagna mercati abbiamo avuto 600mila euro di contributo a sostegno. Il nostro mercato è stato l’unico con Bologna ad incamerare quasi 6 milioni di euro col Pnrr per il rilancio strutturale. Abbiamo la minima incidenza dei costi sulle superfici ed aperto un dialogo con l’amministrazione per ridurre ulteriormente i costi. Tutte cose che nei passati appuntamenti in Commissione non hanno mai richiamato l’attenzione degli auditori che, per me, meriterebbe. La privatizzazione? La congiuntura è tale che per gli imprenditori del mercato è difficile avere soldi da investire. Quando le crisi aziendali di questo comparto diventeranno meno rare non è escluso che si possa tornare a ragionarci, ma non credo proprio possa succedere ora».

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