Lo sport al tempo del Green pass: ecco le regole per ricominciare
Ci sono sport al chiuso, e qui le regole sul Green pass sono chiare, o quasi. E poi ci sono quelli all’aperto, da distinguere se da contatto o no, oppure se di interesse nazionale o no, e qui le cose si complicano. In vista dell’inizio dell’attività sportiva dei giovani, che per la maggior parte dei ragazzi comincerà a metà settembre, le indicazioni del Coni non possono che seguire le norme governative, in particolare il decreto emanato il 6 agosto, ma in alcuni casi le regole sono ancora quelle della primavera scorsa, in tempi di piena pandemia. Il tutto considerato che in questo momento siamo in fascia bianca e che la situazione potrebbe cambiare.
Calcio
In quanto sport all’aperto, ma di contatto, per il calcio le normative cambiano a seconda che i ragazzi delle giovanili giochino nei campionati di interesse nazionali o no. Questo significa, per esempio, che per un club che partecipa a una categoria dilettantistica come il Ravenna solo i giocatori della Juniores hanno l’obbligo del Green pass. Come spiega il responsabile scouting del club giallorosso, Aldo Bagattoni, «dagli Allievi in giù l’unico obbligo è quello di sottoporsi a tampone a inizio stagione (due volte per chi è non vaccinato, una sola per chi lo è) e poi si prosegue con l’autocertificazione periodica, misurazione della temperatura, isolamento in caso di positività. Il discorso è analogo per i tecnici e gli accompagnatori: Green pass per quelli dei team che partecipano a tornei nazionali, autodichiarazioni per gli altri».
Atletica e tennis
Restando all’aperto, l’esempio dell’atletica è quello di una realtà che al momento non richiede vaccini e tamponi. «Si tratta di un’attività individuale e senza contatto – sottolinea Roberto Lolli dell’Atletica Ravenna – e quindi basta l’autocertificazione periodica. Il Green pass non serve nemmeno per le gare agonistiche e forse è anche per questo che lo scorso anno c’è stato un sensibile aumento di tesserati». Per gli allenatori non c’è obbligatorietà di passaporto verde, così come per quelli del tennis. Al Ravenna Tennis Academy si può giocare senza Green pass, ma per fare un certo tipo di tornei è necessario il tampone per chi non è vaccinato. I nodi arriveranno però al pettine quando l’attività si sposterà al chiuso, con i primi freddi: per questo la normativa non è ancora chiara.
Volley e basket
Passando agli sport al chiuso, tra l’altro di contatto, il discorso cambia in modo radicale. Se si hanno più di 12 anni, o se si è tesserati come tecnici e accompagnatori, è obbligatorio il Green pass. «C’è una norma chiara – specifica Giorgio Bottaro, dirigente di Porto Robur Costa 2030, Olimpia Teodora e Basket Ravenna – che dice che si può fare attività sportiva nelle palestre comunali solo se in possesso di certificato verde. Chi non vuole vaccinarsi può fare il tampone periodico. Tra poco comincia l’attività giovanile, per quello che stiamo vedendo la stragrande maggioranza dei ragazzi (si tratta di quasi mille tesserati in tutto, ndr) resterà tra di noi. Il Green pass ci permetterà di fare sport con grande sicurezza».
Danza
C’è infine il caso atipico della danza, che non è considerato sport tout court, ma che viaggia su binari paralleli. Come dicono dal Ravenna Ballet Studio «per i ragazzi dai 12 anni in su è richiesto il Green pass. La legge parla di “frequentanti”, quindi in teoria solo di praticanti, e siccome ci possono essere insegnanti che non vogliono farlo il discorso è complesso. Il nostro auspicio è di avere tutti istruttori con la certificazione verde. Arriviamo da un anno e mezzo di grandi difficoltà e speriamo di non tornare più indietro».