Lasciato fuori dalla discoteca a Cesena: “Non entri perché sei nero”. Il gestore del locale si scusa

“Non puoi entrare in questo locale, queste sono le nuove politiche”.

Una risposta amara, da shock, che ha lasciato interdetto e arrabbiato il giovane M.G..

Alla domanda “Per quale motivo non potrei entrare?”, rivolgendosi al buttafuori in servizio mentre lo invitava a tornare dietro le transenne d’ingresso, ha capito di essere stato pregiudicato perché “straniero”. L’episodio si è verificato nella notte tra venerdì e sabato, durante la serata di apertura del teatro Verdi. Punto d’incontro focale quella sera in particolar modo per la fascia d’età “attorno” ai 20 anni.

Una risposta ed un divieto d’ingresso “privi di fondamenti” e sui cui indagherà per fare chiarezza (come dichiarato) il gestore stesso del teatro, Andrea Rossi, che spiega di essere in realtà del tutto ignaro di questa “nuova politica” di accesso del suo locale.

Quello che doveva essere un momento di svago all’insegna del divertimento insieme ai propri amici, in pochi secondi si è tramutato per M.G. e altri malcapitati in una serata da incubo, non immaginandosi mai di essere messi all’angolo in un luogo pubblico per la propria nazionalità. “Mommi”, come si fa chiamare sul suo profilo social, ha sfogato la sua rabbia con un lunga storia su Instagram.

“Torna indietro”

«Avevo appena oltrepassato il controllo dei documenti - racconta al telefono i giorni seguenti - quando un collega del buttafuori che mi stava facendo accedere mi ha fermato e mi ha invitato a tornare dietro le transenne, semplicemente per il colore della mia pelle. Insieme a me, altri due miei amici della compagnia sono stati respinti; quelli invece considerati “idonei” li ho invitati ad andare avanti e di non perdersi la serata di festa. Anche loro hanno cercato di chiedere spiegazioni, ma la risposta è stata la medesima. È stato davvero umiliante, una sensazione che non auguro a nessuno. Gli altri ragazzi in fila mi guardavano come se avessi combinato qualcosa, ero innocente di tutto, ma non era facile spiegarglielo per l’assurdità della decisione. Sono stato fuori durante la serata con gli altri due miei amici ad aspettare quelli che erano riusciti ad entrare, con una tristezza indefinibile. Saremo stati una ventina a cui è stato negato l’accesso. Un fatto che durante la serata ha destato clamore anche all’interno delle mura, come riportato dai miei amici. Qualche “straniero” per sua fortuna è riuscito ad entrare grazie a conoscenze interne.

Una frustrazione che si è tramutata in ricerca di giustizia e solidarietà che alla fine sono riuscito a ottenere grazie all’appoggio di tanti ragazzi che si sono uniti al mio appello lanciato sui social.

È incredibile come a fine 2024 possano accadere in un paese così sviluppato ancora questi episodi, e non mi sarei mai immaginato che ci siano ancora persone che ti giudichino per il colore della pelle, specie in luogo pubblico».

Le scuse del titolare

«Mi scuso per quanto accaduto - spiega informato al telefono il gestore del teatro Verdi, Andrea Rossi - perché non esiste nessuna “nuova politica” per chi possa accedere o meno alle serate. I valori che trasmette il teatro Verdi sono ben fondati da vent’anni anni a questa parte e la discriminazione non rientra in essi. Andrò ad indagare su quanto accaduto per fare chiarezza, è stato commesso un grave errore da parte degli uomini della sicurezza. Tutti hanno sempre potuto partecipare alle nostre serate e così deve continuare ad essere».

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