La stalker ha inviato alla sua vittima di Cesena 711 consegne a domicilio da pagare e 48 volte il carro funebre

Cesena
  • 10 gennaio 2025

Stalking ai danni di un autotrasportatore cesenate da parte di una 36enne che vive nella provincia di Arezzo. L’incubo per il 57enne cesenate è proseguito nei mesi, ed in queste ore i carabinieri di Cesena hanno chiuso il cerchio delle indagini: denunciando la donna che ora è in libertà vigilata e, per ordine del giudice, dovrà sottoporsi obbligatoriamente a cure psichiatriche. Pena: veder cambiare la misura cautelare nei suoi confronti, fino all’ipotesi dell’arresto.

Ordinativi al telefono

Il caso era stato descritto già a settembre dal Corriere Romagna. Un camionista cesenate (anni fa sposato in provincia di Arezzo doveva aveva vissuto anche per qualche tempo) ha iniziato a settembre ad essere preso di mira da una 36enne in particolare, anche se il sospetto è che ad aiutarla ci sia anche sua madre. La donna ha iniziato, dal paese dove il 57enne viveva in passato in Toscana, ad inviargli a casa in Romagna di tutto “con pagamento alla consegna”: servizio autospurghi, pompieri in emergenza, materassi, torte, pizze, pasticcini, fiori, vestiti da sposo. La situazione era degenerata completamente dopo un centinaio d’invii non graditi (per i quali all’uomo veniva chiesto pagamento alla consegna) quando “la solita voce femminile al telefono” aveva chiesto l’intervento a casa del 57enne di una impresa di onoranze funebri, che avrebbe dovuto ritirare la sua salma. Il tutto assieme ad un enorme quantitativo di rose in un momento in cui (tra l’altro) l’uomo era fuori per lavoro; e ad “accogliere” il carro funebre c’era sua madre che ha visto arrivare contemporaneamente a domicilio gli operatori necrofori e una gazzella dei carabinieri che doveva “verificare l’avvenuto decesso nel sonno” del 57enne.

711 spedizioni e 48 carri funebri

Da allora ad arrivare ad oggi (il caso venne evidenziato dal Corriere nell’ultima decina del mese di settembre) le indagini da parte dei carabinieri di Borello e della stazione dell’Arma più vicina alla residenza della 36enne sono state serrate, soprattutto per cercare di arginare la situazione, che invece è andata ulteriormente degenerando.

Da ottobre alla data di ieri l’autotrasportatore 57enne ha ricevuto a Borello 711 consegne (tra andate a buon fine e tentate) di materiale di tutti i tipi che non aveva in alcun modo ordinato. E da quel primo episodio “di morte” a casa gli sono state inviate altre 48 volte le pompe funebri.

A Cesena le agenzie di onoranze funebri sono ormai abituate alle chiamate di questa donna e non vi danno quasi più peso. Quindi per poter continuare ad inviare il carro funebre a casa dell’uomo la 36enne ha messo nel frattempo in piedi uno stratagemma. Ha chiamato agenzie di fuori città, di tutta la Romagna ed anche emiliane (fino alla lontanissima Reggio Emilia) convincendole che l’uomo fosse residente nella loro zona ma che fosse deceduto in quella casa di Borello dove si trovava “temporaneamente”; e che la sua salma dovesse essere prelevata e trasportata nella città dell’agenzia di pompe funebri per il funerale.

Accuse e misure cautelari

I carabinieri di Cesena ora hanno denunciato la donna per “atti persecutori e procurato allarme”. Le sue azioni hanno infatti comportato anche nel tempo un enorme dispendio di risorse e un distoglimento degli equipaggi di pronto intervento dai loro compiti istituzionali, a discapito di eventuali cesenati che avrebbero potuto necessitare invece di un vero “intervento urgente”.

Le indagini, condotte dai carabinieri di Borello hanno permesso alla procura di Forlì di attivare un “Codice rosso” proprio come quelli dei maltrattamenti. Alla donna è stato tolto il telefono che aveva in uso e dal quale partivano tutte le telefonate con richieste di acquisti ed invii di onoranze funebri. Il giudice le ha imposto anche l’obbligo di sottoporsi a un percorso terapeutico presso il Servizio Psichiatrico dell’Ausl di Arezzo. Se non smetterà di tormentare l’autotrasportatore cesenate e non si curerà, ora rischia fino all’arresto.

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