Il calcio integrato a Cesena continua a crescere nei numeri e nelle aspettative
Un calcio ad un pallone insieme ai propri idoli, l’esultanza per un gol e una sterminata distesa di sorrisi. Gli effetti benefici dello sport sono cosa nota, ma quello che Cesena Fc, Amadori e l’Associazione Italiana Allenatori Onlus hanno portato sul prato dell’Orogel Stadium, insieme ai loro “ragazzi unici” e ai calciatori del vivaio bianconero è un «unicum nel suo genere» come afferma il direttore generale del club bianconero Corrado Di Taranto.
Parte ufficialmente il settimo anno del progetto “Per un calcio integrato”. Una iniziativa che, attraverso il calcio, mira a realizzazione di un modello di inclusione per bimbi e adolescenti affetti da disabilità motoria e cognitiva. Alla giornata hanno partecipato anche alcuni giocatori della prima squadra: Raffaele Celia, Marco Curto, Matteo Francesconi, Simone Pieraccini e Matteo Pisseri.
L’idea
Non una novità, ma una conferma. «Il progetto - spiega il responsabile Massimo Buratti, già presidente Aiac - nasce tredici anni fa, poi il Cesena Fc ha deciso di adottarci concedendoci lo stadio. La società americana ha voluto che formassimo un nuovo gruppo dedicato al Cesena Fc. Abbiamo trovato subito adesione». Un appoggio che ha portato i suoi frutti: «Negli ultimi due anni il progetto è cresciuto moltissimo facendo aumentare anche le nostre aspettative». Nell’ottica di aggiungere sempre qualcosa di nuovo: «Il coinvolgimento dei ragazzi normodotati del settore giovanile è uno stimolo in più che diamo ai ragazzi per incrementare il concetto di integrazione». Lo spirito negli spogliatoi: «Emozione è la parola d’ordine quando ci alleniamo. Le sensazioni nuove e stimolanti che provano questi ragazzi le trasmettono anche a noi». Inclusione e comunità. «Il prossimo step - afferma Buratti - sarà imprimere nei ragazzi normodotati il desiderio di divertirsi con i ragazzi unici».
Cesena Fc e Amadori
Determinazione e orgoglio sono i sentimenti che hanno portato il Cesena a fornire «Una struttura al progetto - evidenzia il dg del club Corrado Di Taranto - che consentirà ai ragazzi diversamente abili di confrontarsi con altri conoscendo dinamiche di gruppo essenziali per la loro crescita». Il valore aggiunto dell’iniziativa: «Mettiamo insieme ragazzi del progetto e calciatori del settore giovanile maschile e femminile: un unicum in Italia. Diamo impulso all’attenzione verso il tema dell’inclusione e della disabilità in un territorio come la Romagna già molto sensibile». L’imperativo è «continuare per regalare a questi giovani l’emozione della condivisione». «Quanto a noi - chiosa il direttore - restituiamo qualcosa al territorio».
Dal 2023 il Gruppo Amadori è main partner del progetto. «Sport uguale inclusione - esordisce l’Ad Denis Amdori parafrasando il motto del fondatore - Gente che Ama significa seguire i progetti per la comunità». Quello dell’azienda è un coinvolgimento che non riguarda solo i vertici apicali: «Oggi i figli dei nostri dipendenti hanno avuto la fortuna di giocare con questi ragazzi. La grandezza del progetto risiede qui: anche i normodotati possono ricevere tanto perché si imbattono nella gioia di vivere». Si conferma la linea tracciata dall’azienda: «Per il calcio integrato va a consolidare ulteriormente - spiega Amadori - la filiera di solidarietà che da anni promuoviamo nel percorso di responsabilità sociale».
La città
Assicurato anche l’apporto dell’amministrazione comunale: «È la conferma - sostiene l’assessore Carmelina Labruzzo - di Cesena città inclusiva. È un progetto in cui vincono tutti perché l’arricchimento è reciproco. Poter contare su realtà come il Cesena e Amadori attente alla vita e alle persone ci dona la certezza di poter giocare sempre più di squadra».