Gli studenti del liceo Monti di Cesena sono tornati sul palco con i detenuti

Studenti e studentesse del liceo “Monti” di nuovo sul palco al fianco dei detenuti. Il laboratorio teatrale d’istituto ha rinnovato la collaborazione col Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna, iniziata più di dieci anni fa. La regista Sabina Spazzoli tiene laboratori teatrali sia nel carcere di Forlì che nello storico liceo cesenate, sullo stesso tema. I ragazzi e i detenuti contribuiscono alla drammaturgia originale, scrivendo monologhi, poesie o altro, che poi recitano, di solito al Bonci, ma una parte di loro anche assieme a detenuti, in spettacoli come quello dal titolo “Un rumoroso silenzio”, che è andato in scena per due volte, lunedì e martedì scorsi, nella palestra del penitenziario. Ragazzi e ragazze hanno fatto prove per due pomeriggi e per due mattine prima delle due repliche. Hanno imparato parti nuove rispetto a quelle dello spettacolo che avevano già messo in scena lo scorso maggio, al Festival delle scuole San Lazzaro, dove avevano conquistato il terzo posto, e hanno recitato monologhi scritti da loro compagni che non erano in scena. Protagonisti di questa emozionante esperienza sono stati Alessandro Gasperini, Elsa Lita Scarpa, Arianna Magnani, Emma Mingozzi, Zyanya Casadei, d’età tra i 16 e i 17 anni e di tutti e tre gli indirizzi. Insieme a loro, Giulia Magnani e Dora Trevisani Akitunde, ex allieve che stanno proseguendo la carriera nel mondo del teatro, recitando in diverse compagnie. Il laboratorio teatrale è tra l’altro un progetto di Pcto.

La regista Sabina Spazzoli ha ridato vita ai libri di una biblioteca, rinchiusi proprio come in un carcere, perché non vengono più letti da anni. «L’idea - racconta - è venuta da una piccola gaffe del direttore della casa circondariale di fronte al garante dei detenuti: eravamo in biblioteca e ha detto che lì erano “imprigionati” i libri, anziché custoditi. Allora, perché non liberare questi libri? I ragazzi e i detenuti hanno scelto il loro libro preferito e riscritto la storia dal punto di vista del loro personaggio preferito. E abbiamo così liberato i libri».

A chiudere il triennio del tema del Coordinamento Teatro Carcere “Miti e Utopie”, liceali e detenuti hanno scritto monologhi ispirandosi ai loro romanzi preferiti e portandone in scena una rilettura originale e molto toccante. Tra gli altri I Promessi Sposi, Piccole donne, Il Barone Rampante, Lo Hobbit, I Fratelli Karamazov, Le avventure di Pinocchio, 1984, L’insostenibile leggerezza dell’essere, Il giovane Holden, Harry Potter, Cent’anni di solitudine, Il ritratto di Dorian Gray, Il vecchio e il mare, Le notti bianche, Povera gente, Il Piccolo Principe, Hannibal Lecter, Fahrenheit 451, Moby Dick, Guida galattica per gli autostoppisti, Frankenstein, Peter Pan, Le notti bianche, Il vecchio e il mare, Siddharta. Le tele di tre metri dipinte a mano raffiguranti Don Chisciotte, Pinocchio e Moby Dick e le enormi pagine di libri con gli incipit di Piccole Donne e Il giovane Holden, della splendida scenografia di Stefano Camporesi, illuminate sapientemente hanno contribuito ad immergere il pubblico nei libri della biblioteca vivente.

Per i carcerati l’esperienza teatrale può diventare un potente strumento di cambiamento, riabilitazione e liberazione e lo si è capito molto bene ascoltando le parole di un attore-detenuto che si è immedesimato in Guy Montag+, personaggio di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury: «Io ho scelto di uscire da quella prigione invisibile. Leggere è l’atto più rivoluzionario che possiamo compiere. Leggere rende consapevoli. E un uomo consapevole non può essere schiavo. Ho scelto di ascoltare le voci che avevo cercato di spegnere. Il costo della libertà è alto. Ho perso tutto: casa, lavoro, la mia vecchia vita. Ma non mi importa, ho guadagnato me stesso. Ho guadagnato la capacità di pensare, di scegliere, di essere libero». Poi, rivolto al pubblico: «E voi cosa sceglierete?».

Per gli studenti il progetto è stato, ancora una volta, un momento molto intenso e di reale inclusione, così che questa non rimanga solo una parola vuota, ma vissuta in prima persona. Sul palco, infatti, si annullano le differenze e le distanze, oltre che i pregiudizi.

Il nuovo tema triennale del Coordinamento Teatro Carcere su cui stanno lavorando quest’anno gli allievi del “Monti” è arte e reclusione: lo spettacolo che ne scaturirà è previsto per la fine dell’anno scolastico.

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