“Frammenti di vita” a Cesena e non solo: nuovo libro per Ugo Vandelli

“Frammenti di vita” raccontati in 160 pagine, ruotando su 6 parole chiave: sicurezza, famiglia, sindacato, giornalismo, basket, calcio. Sono scritte sulla copertina di un libro fresco di stampa. Lo ha scritto Ugo Vandelli, poliziotto in pensione, ed è stato pubblicato da “La Cesenate Edizioni”. Nato a Bologna il 10 agosto 1950, ha trascorso più di due terzi della sua vita, per la precisione dal 1968 al 2010, con addosso la divisa: prima del reparto mobile a Piacenza, poi a Cesena (che per lui è “casa” dal 1971), nelle file della Polstrada e del Commissariato, e infine a Forlì, in forza alla Polfer. Dopo tanti racconti delle sue vicissitudini fatte ai suoi cari, sono stati proprio loro a incoraggiarlo a mettere nero su bianco i ricordi, e lo ha fatto col prezioso ausilio di Davide Buratti, giornalista a riposo ed amico. Tra le tante attività in cui si è cimentato Vandelli, c’è stata anche quella giornalistica in riviste dedicate al calcio e nel quotidiano online “Il Popolano”, il ruolo di dirigente della società “Cesena Basket 2005”, l’impegno sindacale con la Uil. Senza dimenticare la famiglia, che considera il suo faro. Come ripete a tutti, la sua anima più profonda resta però quella del poliziotto.

Nella sua carriera sono stati tanti i momenti rimasti ancor oggi vividi nella memoria. Su tutti, Vandelli cita l’intervento fatto il 2 agosto 1980, da giovanissimo agente, alla stazione di Bologna, appena devastata dall’attentato terroristico che fece 85 morti e 200 feriti. Era inquadrato nel reparto mobile che arrivò per primo sul posto. Ricorda ancora «l’odore acre della polvere da sparo e del sangue, tanto sangue». Da allora - dice - «Bologna non è stata più la città aperta, gioviale e gioiosa degli anni ‘60». Un’altra tragedia rimasta impressa nella testa di Vandelli è stata la catena di omicidi della banda della Uno bianca: ricorda in particolare di aver udito gli spati che uccisero il benzinaio Graziano Mirri, al distributore Esso di viale Marconi, a poche decine di metri da casa sua, e di essere accorso sul posto. Poi, appena trasferito dal Caps al Commissariato, ebbe un battesimo del fuoco choc, quando la stessa banda rapinò l’ufficio postale di via Spazzoli. Amari sul piano personale sono invece i ricordi di un procedimento giudiziario avviato dal questore, alla fine degli anni Novanta, contro Vandelli, che era finito sotto tiro per critiche fatte come sindacalista del Siulp, e altri poliziotti: dopo 13 anni arrivò l’assoluzione, ma resta la convinzione di essere stato vittima di una grande ingiustizia. Le esperienze fatte come istruttore di tiro, i servizi di ordine pubblico allo stadio, l’idea che per migliorare la sicurezza sia necessario il poliziotto di prossimità sono alcuni degli altri spunti del Vandelli poliziotto contenuti nel libro. Poi riferimenti ad alcuni dei suoi miti, da Pantani e Morandi a Totò, l’ammirazione per Silvio Berlusconi, tante curiosità, spesso divertenti, diverse pagine da cui emerge il forte legame col figlio Marco, giocatore e poi allenatore di pallacanestro, la passione per il mare. Il tutto condito da numerose foto.

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