Due nuove stelle Michelin cesenati in Appennino e in riva al mare
Nel giorno delle “star”, quelle Michelin, in Romagna si respira un’aria frizzante, che diventa elettrizzante nel Cesenate. Con ben due nuovi riconoscimenti diventa questa la provincia romagnola a più alta concentrazione stellata.
Chi era già nel cerchio magico è stato confermato, e anche questo è sempre un traguardo di un certo peso. Sono quindi ancora due le stelle per il Magnolia di Alberto Faccani a Longiano, una per La Buca della famiglia Bartolini a Cesenatico con chef Gregorio Grippo e una in Appennino per DaGorini di Gianluca Gorini.
Alla lista si aggiungono ora il ristorante Ancòra di Cesenatico aperto ad aprile scorso nei locali che furono del Magnolia dallo chef Agostino Iacobucci (una stella confermata anche a Castel Maggiore in provincia di Bologna) e guidato da chef Marco Garattoni, e il suggestivo Risorante del Lago di Acquapartita a Bagno di Romagna con lo chef Simone Bravaccini in cucina e il fratello Andrea in sala e cantina. «Era il mio sogno fin da bambino essere qui fra i grandi della cucina» diceva ieri da Modena, dove è stata presentata la settantesima edizione della Rossa.
Simone Bravaccini ha 24 anni e ha fatto pratica dopo l’alberghiero al 3 stelle Piazza Duomo di Alba e al San Domenico di Imola prima di tornare a casa nel 2018. «I nostri genitori hanno aperto il ristorante nel 1971, nel tempo è stato aggiornato molte volte, l’ultima ristrutturazione è di due anni fa, ma è sempre stato lì - racconta Simone Bravaccini -. Poi nel 2014 mio fratello Andrea, che ha 13 anni più di me, ha stravolto tutto. I nostri genitori ci hanno sempre sostenuto, lavorano con noi tutti i giorni ma ci lasciano portare avanti le nostre idee. Noi lavoriamo in Appennino abbiamo a disposizione prodotti pazzeschi, funghi, tartufi... ogni giorno».
Con l’Ancòra di Cesenatico chef Agostino Iacobucci, origini campane, si ravvicina all’amato mare. «Respirare di nuovo l’aria del mare è per me fantastico - dice chef Iacobucci -. L’occasione è arrivata ad aprile scorso quando Marco Garattoni, che già aveva lavorato al Magnolia e anche con me, mi ha detto che voleva aprire un ristorante. Ora nella squadra ci sono anche mio fratello, mio figlio, e una squadra di giovanissimi. Io li sostegno, faccio da guida, ma è importante dare spazio e possibilità di esprimersi anche ai giovani, sennò la ristorazione italiana si ferma».