Dall’Emilia-Romagna contributi per 30 milioni ad agricoltori con meno di 41 anni

  • 07 febbraio 2025

La Regione Emilia-Romagna insiste per il rinnovo generazionale in agricoltura. Dopo i buoni risultati del primo bando della Regione che ha finanziato 225 nuovi insediamenti di imprese, viale Aldo Moro lancia un nuovo bando dedicato agli under 41. Finanziato con 30 milioni di euro della programmazione dello Sviluppo rurale 2023-27 (cofinanziamento di fondi europei, statali e regionali) il nuovo bando approvato dalla Giunta regionale prevede contributi a fondo perduto per l’insediamento dei giovani agricoltori e per gli investimenti produttivi al fine di garantire la competitività delle imprese. “Il futuro dell’agricoltura passa dalle nuove generazioni che portano con sé competenze formative e soluzioni innovative”, afferma l’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi. Con questo bando “confermiamo il nostro impegno per favorire il ricambio generazionale in un comparto strategico per l’economia e l’identità della nostra regione”. I risultati di adesione al primo bando, sostiene Mammi, “dimostrano che l’agricoltura e l’agroalimentare rappresentano una opportunità di investimento per chi vuole iniziare a fare impresa. Sostenere il reddito dei giovani imprenditori che scelgono di far nascere nuove aziende agricole in Emilia-Romagna è fondamentale per mantenere un settore agricolo dinamico, competitivo, capace di valorizzare le produzioni locali e pronto ad affrontare le sfide del cambiamento climatico e del mercato globale”.

Con il precedente bando erano state ammesse a finanziamento 225 domande di premio di primo insediamento con contributi per 12,2 milioni di euro, cui si erano aggiunte ulteriori 159 domande di contributo riguardanti gli investimenti aziendali per un totale di spesa pari ad oltre 27,5 milioni di euro. Il nuovo bando messo in campo da viale Aldo Moro si rivolge giovani imprenditori di età inferiore a 41 anni e attivi in agricoltura da meno di 24 mesi al momento della presentazione della domanda. I partecipanti devono presentare piani per lo sviluppo aziendale della durata massima di tre anni, con l’obiettivo di migliorare i processi produttivi sul piano economico e della sostenibilità ambientale.

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