Cesenatico, asta del pesce al mercato ittico in mano a due donne: è la prima volta

Cesena

Al mercato ittico è caduto anche l’ultimo posto di lavoro ad appannaggio maschile. Per la prima volta nella sua storia hanno preso posto in cabina di vendita due giovani astatrici, impegnate a formulare i prezzi del giorno e a vendere al migliore offerente il pesce fresco. Quello che passa sul nastro trasportatore, sotto lo sguardo di pescivendoli, grossisti, commercianti ittici e talvolta ristoratori accreditati in sala d’asta.

Giorgia Ciappini, 28enne di Cesenatico, e Laura Marzaloni, 30enne di San Mauro Pascoli, si sono laureate entrambe a Cesenatico, alla Facoltà di Acquacoltura e Igiene delle produzioni ittiche e da ormai un anno sono le “ladies del mercato ittico”, dove la vendita del pesce avviene attraverso un rodato sistema centralizzato e computerizzato. Sempre tenendo conto degli usi invalsi nella marineria, ma in un modo ben lontano del sistema empirico “delle grida”, come tanti anni fa.

Ciappini spiega di essere arrivata a quell’impiego «semplicemente dopo avere visto un annuncio di lavoro», mentre era «impegnata a fare un tirocinio in Danimarca, a Roskilde, per una ricerca nell’ambito dell’acquacoltura sui mangimi».

Diverso l’approdo in sala d’asta di Marzaloni: «Lavoravo a Jesolo, all’acquario - racconta - e volevo tornare vicino a casa, e anch’io ha trovato l’annuncio».

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Il primo impatto con un’attività tradizionalmente maschile è stato positivo. «È un mestiere descritto peggio di quel che è - dicono - Non chiamatelo lavoro per soli uomini. Il momento più impegnativo è durante l’asta, quando sei tra due fuochi: il commerciante e il pescatore. Quando la contrattazione è delicata, bisogna evitare di sbagliare».

Marzaloni parla di un «lavoro che ha una certa routine ma con molti imprevisti e continue variabili, che ti mettono sempre alla prova. E c’è sempre da aggiornarsi».

Va detto che le due astatrici non erano del tutto a digiuno del mestiere, dato che avevano seguito un percorso di studi propedeutico al lavoro che hanno intrapreso.

Ma come si diventa astatrici? «Dopo un periodo di formazione, trascorso un anno o due, si diventa pienamente autonome. Si impara un po’ alla volta, non è una scienza scritta».

La giornata tipo? «Si inizia intorno alle 8.30 e alle 10.30 c’è una prima asta sotto tettoia. Si prosegue poi con l’organizzazione di quella pomeridiana: alle 13.35 si tiene ancora sotto la tettoia del mercato per il pesce massivo, mentre alle 14.15 ci si trasferisce all’interno, in sala d’asta. La differenza, oltre alla capacità e all’attenzione, la fanno la gentilezza e la collaborazione con quanti vengono qui a conferire il prodotto ittico per venderlo e quanti si radunano per comprare».

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