Cesena, volontari sulle orme di Fusconi nella miseria nera dell’Etiopia per provare a dare un futuro

Cesena

Dignità. È la parola che riassume trent’anni di viaggi dell’associazione “Amici dell’Africa Odv Bruno Fusconi” in Etiopia. «Proviamo a donare - afferma Stefano Severi - dignità umana a persone che altrimenti non la conoscerebbero mai». È stato un racconto limpido e sincero quello fatto ieri dai volontari dell’associazione appena rientrati dall’ultima missione nel Corno d’Africa insieme all’omologa associazione Gaom, di Castelnovo ne’ Monti. La missione ha visto un nutrito gruppo di volontari partire per seguire e supportare i numerosi progetti avviati dal sodalizio romagnolo. Un successo di partecipazione dovuto alla «grande opera di sensibilizzazione, anche rivolta ai giovani, che portiamo avanti fin dalla nostra nascita», ha dichiarato il presidente Antonio Fusconi, nipote del defunto fondatore Bruno.

La situazione

Nonostante l’ormai consolidata presenza in territorio etiope, in particolare nelle aree più povere e disagiate della capitale Addis Abeba, il viaggio ha confermato come ogni ritorno sia diverso. «Rispetto all’ultima volta - ha evidenziato Antonio Fusconi - il divario tra i grandi centri urbani come Addis Abeba e tribù periferiche si è allargato in maniera consistente. Lo squilibrio sociale sempre più marcato si nota nel dilagare della povertà al di fuori delle metropoli, dove la popolazione vive ancora nelle capanne, cammina scalza, trasporta i pochi averi su carretti trainati da asini e nell’incontrollato sviluppo economico finanziato da enormi capitali stranieri. Per lo più cinesi che nella capitale, forti dell’appoggio del Governo locale, hanno generato una forte speculazione edilizia e immobiliare, a scapito degli spazi occupati dalle baraccopoli». La crescita di pochi e «la subordinazione alla stessa di molti - ha proseguito Fusconi - con le frange sociali più fragili che rappresentano la maggioranza del tessuto demografico dell’Etiopia».

Le missioni

Questa condizione alimenta il desiderio insito nei progetti dell’associazione. «Il nostro impegno - ha detto Fusconi - è assistere, per quanto nelle nostre facoltà, quella parte di popolazione. Le nostre missioni portano assistenza medica, con la presenza di professionisti sanitari che concedono il loro sapere e il loro tempo. Ma anche educazione all’igiene personale, fondamentale per prevenire malattie, insegnamento, formazione, lavoro». Con un’attenzione speciale a bambini, adolescenti e alle ragazze madri. «I progetti - ha raccontato il presidente - sono legati alla crescita e alla salvaguardia dei ragazzi orfani o che versano in condizioni di assoluta povertà». Povertà economica, culturale e sociale: «Cerchiamo di condurli nelle nostre comunità, gestite in sinergia con personalità locali, come le Suore De Foucauld, per curarli e nutrirli. Diamo loro la possibilità di studiare. Chi non ha particolare predisposizione per i libri lo indirizziamo verso la formazione professionale: panettiere, pasticcere, falegname, artigiano».

Criminalità

Il percorso impostato nell’ultima spedizione umanitaria assume i connotati di un vero percorso di riscatto sociale anche contro la criminalità, che in queste crepe sociali trova terreno fertile: «Abbiamo riscontrato un forte peggioramento della piaga della prostituzione e del traffico di esseri mani. Basta poco ai criminali per attirare a sé l’attenzione di giovani mamme o di ragazze inermi»: il miraggio di un lavoro sicuro per sostenere la prole, «e finire sulla strada è un attimo». “Ecco, il nostro obiettivo è soprattutto questo - ha chiosato Severi - fornire i mezzi sociali per vivere come persone».

I progetti

Focalizzati per lo più nella zona a sud della capitale Addis Abeba, sono molteplici i progetti realizzati in Etiopia dall’associazione “Amici dell’Africa Odv Bruno Fusconi”.

Tra le comunità collocate nell’area di azione del sodalizio umanitario romagnolo c’è Shashemene, dove l’associazione, con la collaborazione di “Gaom”, sostiene una casa-famiglia che accoglie 50 giovani abbandonati di età compresa tra 3 e 18 anni, sostenendoli e accompagnandoli nel percorso di crescita, sia di studio che professionale.

«Sono bambini e ragazzi ai quali è stata restituita una famiglia - ha spiegato Giuseppe Brighi, dell’associazione cesenate - ai quali cerchiamo di donare un futuro».

Oltre a una casa, la struttura offre un capannone «arti e mestieri, in cui abbiamo allestito vari laboratori di falegnameria, informatica e panetteria per fornire agli ospiti formazione culturale, professionale e sociale».

Il progetto è così strutturato e convincente che le realtà educative locali hanno manifestato attenzione: «Ad Awasa - ha aggiunto Brighi - il direttore di una scuola professionale ha invitato i nostri ragazzi a trascorrere il periodo di chiusura della scuola a Shashemene, nel suo istituto, per approfondire e la conoscenza di determinate professioni».

Tra le prime opere volute dal compianto Bruno Fusconi c’è l’asilo di Arsi-Neghele, che oggi, «grazie alla generosità di Orogel è una splendida realtà in cui le suore De Foucauld, seguendo il programma “Extra Food”, accolgono i bimbi orfani o malati per accudirli, curarli e istruirli».

Le iniziative si rivolgono anche alla genitorialità. «Spesso le donne vengono lasciate sole e analfabete - ha proseguito Brighi - Il progetto “Marian” permette di fornire loro educazione, di insegnare a leggere e scrivere, di inserirle in contesti lavorativi, per allontanarle dai pericoli della criminalità, donare indipendenza e segnare un futuro per sé e per i figli».

A tutto questo si aggiunge «il costante lavoro di sensibilizzazione che facciamo in Romagna per attrarre sempre più volontari e finanziamenti», ha concluso Antonio Fusconi.

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