Cesena, una panchina con un’opera d’arte in difesa della libertà d’informazione
Cesena celebrerà la libertà di informazione e il suo valore come servizio pubblico con un simbolo impreziosito dall’arte: una panchina bianca abbinata in qualche forma a un dipinto di Romano Buratti che raffigura un omone immerso nella lettura di un giornale. Sarà collocata nella prossima primavera in un punto ancora da concordare col Comune e si tratta di un’iniziativa quasi senza precedenti: finora ne è nota solo un’altra con questo significato, una variante delle panchine rosse contro la violenza sulle donne. L’idea è nata in seno all’Associazione Stampa Forlì Cesena ed è stata annunciato due sera fa in occasione della cena degli auguri che il sodalizio ha organizzato per la prima volta a Cesena. Mario Proli, presidente di Assostampa, ha rivelato il progetto davanti al sindaco Enzo Lattuca, che non poteva non apprezzarla, visto che nel suo saluto aveva evidenziato due punti. Prima aveva condannato i tentativi di ingerire sulla libertà dei giornalisti, ricordando le pressioni fatte da parlamentari di Fratelli d’Italia sull’editore di Teleromagna perché punisse il conduttore di un talk dedicato alle elezioni regionali, per la sua scelta di appoggiare su una sedia dello studio tv una foto della candidata presidente del centrodestra, Elena Ugolini, non presente al confronto. Poi aveva sottolineato l’importanza dei contributi pubblici all’editoria, spesso sotto attacco, per potere fare sopravvivere un servizio pubblico fondamentale.
L’iniziativa di Assostampa, che ha richiamato quasi 50 giornalisti e ha visto la partecipazione anche di Paolo Amadasi, presidente di Aser, e Matteo Naccari, segreterio aggiunto di Fnsi, sindacati dei giornalisti, oltre che dei rappresentanti cesenati dell’Ordine profesisonale, Elide Giordani e Michelangelo Bucci, si è svolta alle Cucine Popolari. Una scelta non casuale, mirata a valorizzare chi si spende con cuore e intelligenza per le persone più fragili. Oriana Casadei, presidente delle Cucine accanto al Don Baronio dove chiunque può mangiare e poi paga se può e quel che può, e la co-fondatrice, nonché assessora Maria Elena Baredi, hanno ribadito la necessità di spostarsi in uno spazio più ampio. Si tratta della base di “Hobby Terza Età”, in zona ippodromo. Il percorso anche istituzionale è stato già avviato con i primi atti formali, ma servirà un po’ di tempo per programmare e realizzare i necessari lavori. Probabilmente il trasloco avverrà nella primavera del 2026. Ce n’è sempre più bisogno, perché le persone per le quali anche un pasto al giorno rischia di essere un lusso troppo grande sono in costante crescita. Poche ore prima di accoglier i giornalisti, le Cucine Popolari avevano sfamato 130 persone e, visto che i posti disponibili sono 72, si è costretti a fare affollati doppi turni, e d’inverno c’è gente che deve aspettare il proprio turno fuori, al freddo.