Cesena, un “cimitero” di 600 veicoli fuori uso: terreno sequestrato e denuncia per il proprietario

I Carabinieri Forestale del Nucleo di Cesena, coordinati dal Gruppo Carabinieri Forestale di Forlì-Cesena, a seguito di indagini svolte d’iniziativa, hanno individuato un centro di raccolta e rottamazione di veicoli fuori uso che svolgeva la propria attività al di fuori del perimetro autorizzato dell’impianto in un comune del territorio cesenate.
Il sequestro ha riguardato un terreno limitrofo, avente superficie di 8.300 metri quadrati, utilizzato come stoccaggio di 600 veicoli oramai in fuori uso, alcuni cassoni contenenti rifiuti e componenti vari di veicoli.
Le indagini nate da una autodemolizione del Forlivese
Le indagini sono scaturite nel corso di un accertamento presso un’attività di autodemolizione ubicata in un comune della provincia forlivese. Oltre a riscontrare l’inosservanza di alcune prescrizioni contenute nelle autorizzazioni, è stata rinvenuta un’area limitrofa all’impianto, ricadente fuori dal perimetro autorizzato e priva di pavimentazione impermeabile, completamente coperta da veicoli fuori uso (nella maggior parte impilati) ed altri rifiuti derivanti dall’impianto di autodemolizione.
Da verifiche espletate è emerso che la ditta aveva adottato tale modus operandi fin dal 2013, raggiungendo tra il 2017-2018 un quantitativo di rifiuti stoccati simile a quello odierno. Successivamente, nel 2019, l’area venne sgomberata a seguito di ordinanza sindacale; tuttavia, nel corso delle annualità successive, la ditta aveva riadottato l’iniziale condotta illecita, così da determinare il quantitativo di rifiuti attuale.
Per questi fatti i militari hanno denunciato a piede libero un italiano, legale rappresentante della società avente la disponibilità del terreno che sarà chiamato a rispondere delle ipotesi di reato di attività di gestione di rifiuti in assenza di autorizzazione per il quale sono previste la pena dell’arresto da tre mesi ad un anno o l’ammenda da 2.600 a 26mila euro e di attività di gestione di rifiuti in difformità dall’autorizzazione per il quale sono previste la pena dell’arresto da un mese e mezzo a sei mesi o l’ammenda da 1.300 euro a 13mila euro.
Alla luce della normativa vigente, il titolare della ditta avrà l’obbligo di ripristinare all’interno dell’impianto le condizioni necessarie per assicurare il rispetto delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni ambientali, di provvedere alla rimozione e successiva demolizione di tutti i veicoli censiti ed ivi stoccati, nonché di eseguire un’indagine sulla matrice suolo, al fine di verificare se tale condotta ha determinato una contaminazione del sito, nel qual caso scatterebbero a carico del reo ulteriori e più significative pene e l’obbligo di bonifica.