Cesena, tre sfide per la sanità di domani: integrazione, liste d’attesa e giovani medici

Rafforzare e consolidare il processo di integrazione tra struttura ospedaliera e presidi territoriali. Sarà questo l’obiettivo del nuovo mandato delle dottoresse Marisa Bagnoli, già alla guida del presidio ospedaliero di Cesena-Cesenatico-San Piero in Bagno, e Paola Ceccarelli, già direttrice del Distretto sanitario Cesena-Valle Savio. I loro ruoli sono stati formalizzati ieri, in un incontro con la stampa, dal direttore generale dell’Asl Romagna, Tiziano Carradori. In abbinamento al rinnovo degli incarichi già detenuti, le due amministratrici sono state nominate, rispettivamente, alla direzione del Centro Servizi di Pievesestina e alla direzione, ad interim, del Distretto sanitario Rubicone.
Integrazione
«La confermata fiducia dei vertici dell’Asl a Bagnoli come dirigente dell’ospedale Bufalini conferisce stabilità al presidio cittadino», dichiara Carradori. Presidio sanitario che non sarà più da considerare nella sua unicità di servizio ma, con l’affiancamento di Ceccarelli, «va a integrare – illustra il direttore generale – il suo operato: ospedale e territorio devono lavorare in stretta connessione. Tutti i nostri ospedali presentano un alto livello prestazionale, ma l’80% dell’attività è svolta nei confronti di cittadini residenti nel proprio distretto. Per questo serve raggiungere un’integrazione tra i due livelli, tale da fornire una risposta efficace, sicura e tempestiva nei trattamenti ai pazienti. E che sia sempre più in prossimità dei luoghi di cura, residenza e relazione».
A occuparsi di questo processo di connessione sarà in particolare la direttrice Ceccarelli: «Cercheremo – spiega – di coniugare le varie programmazioni. Come nel caso della pianificazione sanitaria e sociosanitaria. Ridefiniremo inoltre l’assetto dell’assistenza sul territorio: con la medicina di base e rafforzando le cure primarie attraverso lo sviluppo di Case di comunità. I nostri dipartimenti territoriali – chiarisce – sono coinvolti in molte progettualità dedicate alla presa in carico post dimissione operatoria o per patologie croniche». Con l’obiettivo di «accogliere e assistere i pazienti nella prima fase successiva all’intervento, ma che non necessitano della permanenza in ospedale o che, in alcune fasi delle loro malattie, abbiano bisogno di rientrare in ospedale».
L’ospedale Bufalini
Sarà la risoluzione delle attuali criticità dell’ospedale Bufalini il raggio d’azione della direttrice Bagnoli.
Grande attenzione verrà dedicata alla riduzione dei tempi di attesa per le prestazioni specialistiche. «Abbiamo aumentato l’offerta – riferisce Bagnoli – cercando di rendere più efficiente il tempo dei professionisti, chiedendo ai medici maggiore disponibilità, ma non basta. Dobbiamo lavorare sull’analisi della appropriatezza delle richieste per capire in modo chiaro e in tempi brevi se una domanda meriti l’attivazione del servizio reclamato dal paziente».
Per la chirurgia, dove comunque i tempi rimangono lunghi, il nosocomio cesenate non riscontra interventi rimasti ineseguiti, ma a preoccupare, nell’ottica dell’abbattimento delle liste, è «la carenza di figure professionali – afferma Bagnoli –. Nonostante il polo di Cesena sia attraente e non si riscontrino difficoltà nel reperimento di medici, alcune discipline pagano lo scarso rinnovo generazionale: mancano gli iscritti a determinate scuole di specializzazione».
«A questa situazione va aggiunto il cambiamento di esigenze e prospettive dei giovani, che non guardano più al posto per tutta la vita, ma ambiscono a fare esperienze diverse», conclude il proprio ragionamento la professionista alla guida dell’ospedale Bufalini.