Cesena, tensione per il gasdotto a Provezza: sale sulla ruspa, vaga in strada, la portano dallo psichiatra ma viene subito dimessa
Mattinata ad alta tensione a Provezza, per la nota vicenda della posa del gasdotto di Snam nel bosco-fattoria creato in via del Grillo dai coniugi Federico Raspadori e Marta Garaffoni. Ieri all’alba si erano messi al lavoro, con l’ausilio dei Vivai Battistini, per rimuovere gli alberi dalla zona dove passerà l’infrastruttura, lasciandoli in zolla per poterli poi ripiantare in altre porzioni del terreno accanto alla casa dove vivono. Sono però arrivati anche numerosi operai e grossi mezzi di Snam, da loro non attesi. Hanno abbattuto reti e vecchi recinti e stalle di capre, pecora, oche, anatre, tartarughe, cavallo e asino, che sono stati trasferiti in quelli nuovi, che però non sono ancora completi. Snam si è comunque impegnata a non iniziare la posa prima che la rimozione degli alberi sia ultimata, cosa che dovrebbe essere ora fatta rapidamente. Intanto, ieri mattina la società ha però voluto predisporre il cantiere nell’area su cui ha ottenuto la servitù, in modo da eseguire l’intervento appena avrà campo libero. Marta Garaffoni ha contrastato l’accesso dei mezzi, salendo sulla benna di una ruspa, da dove sono riusciti farla scendere solo il marito e il padre, con un intervento energico per evitare che fosse portata in Questura dai numerosi agenti presenti e denunciata.
La “fuga” da casa
A quel punto, la 33enne ha obiettato che l’intervento in corso richiedeva la supervisione dei proprietari e quindi avrebbe dovuto saltare i suoi impegni di lavoro come insegnante di danza: perciò ha chiesto a Snam un risarcimento. Poi, visibilmente scossa e arrabbiata anche perché il marito si sta sobbarcando un peso enorme dovendo sommare al suo lavoro l’impegno del trasferimento degli alberi e dei ricoveri degli animali, si è allontanata da casa a piedi. Ha ricordato che Snam aveva garantito che dal giorno d’inizio degli spostamenti, che è stato il 10 ottobre, sarebbero bastate un paio di settimane per finire tutto. Invece ancora l’intervento non è ultimato.
Fatto sta che, dopo essere andata via da casa, per più di due ore Marta Garaffoni ha camminato in strada, affiancata da un amico, mettendo in apprensione prima alcuni passanti, che se la sono ritrovata in mezzo alla carreggiata, e poi una pattuglia della Polizia locale, che si è trattenuta a lungo con lei. Finché qualcuno ha pensato di chiamare il 118 e lei, vedendo arrivare l’ambulanza, ha saltato il fosso lungo la strada bianca su cui stava camminando ed è scappata via attraverso i campi. Gli agenti della Questura l’hanno trovata pochi minuti dopo, accovacciata dietro un trattore in sosta. A quel punto, sono iniziati tentativi di convincimento a salire come proprie gambe sul mezzo di soccorso e andare a farsi visitare. Messa dal medico del 118 e dai poliziotti davanti alle altre due alternative di essere sottoposta a un più traumatico accertamento sanitario obbligatorio oppure essere portata in Commissariato e denunciata, Marta Garaffoni ha accettato alla fine controvoglia ma senza bisogno di azioni coercitive, di farsi portare in ambulanza all’ospedale Pierantoni di Forlì. Lì l’ha visitata uno psichiatra, ma l’ha subito dimessa, ritenendo che la sua fosse stata una reazione emotiva, pur forte, nel contesto di una protesta per quella che aveva sentito come una prepotenza.
La posizione di Snam
Dal canto suo, Snam sostiene di essere andata incontro ai proprietari di via Del Grillo in vari modi. Otre al predisporre i nuovi ricoveri per animali, finiti il 26 novembre tranne che per qualche dettaglio, ha fornito fieno per nutrirli e ha fatto visitare da un veterinario i due equini. Per gli alberi assicura «l’espianto con zolla per preservare l’apparato radicale di ogni singola pianta presa in carico, l’irrigazione di soccorso fino a quando la proprietà non indicherà il punto esatto della sua ripiantumazione, se necessario l’installazione di tutori di protezione e anche successivamente cure colturali e monitoraggi costanti». Più in generale, il colosso del gas ribadisce infine che «quando i lavori saranno terminati, Snam procederà a ripristinare i luoghi», «non ci saranno opere accessorie fuori terra» e che «è del tutto remota la possibilità che si dia il caso di interventi futuri di Snam relativi alla manutenzione del gasdotto, sia per l’elevata qualità dei materiali delle condotte e delle tecnologie per il loro monitoraggio, sia perché tali condotte sono già pronte al trasporto del biometano e dell’idrogeno».