Cesena, 32 anni di silenzi su Cristina Golinucci, la mamma: «Datemi un frammento del cadavere a cui ricongiungermi prima di morire»

Cesena
  • 01 settembre 2024

Il dolore di una mamma per la mancanza di una figlia scomparsa nel nulla 32 anni fa. Una inestinguibile sete di verità su cosa accadde quel 1° settembre. L’ennesima attesa di elementi nuovi che potrebbero dare una svolta alle indagini. Un gruppo di persone, con l’associazione “Penelope” in testa, che chiede di non arrendersi per potere almeno piangere sui resti di Cristina Golinucci. Può essere sinteticamente raccontata così l’iniziativa pubblica che si è svolta oggi pomeriggio a Ronta per richiamare ancora una volta l’attenzione su un atroce mistero davanti a cui Marisa Degli Angeli, da mamma e da donna coraggiosa, non può darsi pace. Era il 1° settembre 1992 quando l’allora 21enne, che aveva preso un appuntamento col proprio padre spirituale al convento dei Cappuccini di Cesena, svanì. Per la decima volta, alcune settimane fa, la Procura di Forlì ha chiesto di archiviare la nuova indagine che è stata aperta per omicidio a carico di ignoti. La decisione del tribunale di Forlì è attesa tra 25 giorni. Gli avvocati della famiglia Golinucci, Nicodemo Gentile e Barbara Iannuccelli, si oppongono, chiedendo un rinvio per raccogliere la testimonianza di un anziano che ha raccontato alla figlia di avere visto nella zona di Mercato Saraceno, proprio nei giorni della scomparsa, un frate che entrava in un bosco tenendo per mano una giovane. Oggi è stata ripercorsa a Ronta, in un incontro all’aria aperta, la lunghissima vicenda umana e giudiziaria che sembra ancora lontana dal concludersi. Mamma Marisa, sfinita ma sempre decisa a sapere che fine ha fatto la sua amata figlia, come ha fatto ben capire nel proprio intervento, con un appello da brividi: «Datemi un frammento del cadavere di mia figlia, così che possa ricongiungermi con lei prima di morire». L’avvocata Iannuccelli ha invece espresso una ferma convinzione «Non abbiamo mai avuto dubbi: Cristina è stata uccisa dentro al convento». E non ha poi risparmiato strali al movimento ecclesiastico: «Più vado avanti in questa vicenda e più perdo la mia fede. Non è possibile che tante persone che rappresentavano la Chiesa abbiano manifestato la volontà di nascondere la verità».

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