Cesena, riscatto dopo il carcere minorile: lezioni di vita per 280 liceali
La violenza, la rabbia, il carcere minorile, il riscatto, la laurea e oggi una vita dedita all’educazione dei giovani. Questo è l’incredibile percorso di vita di Daniel Zaccaro, protagonista del libro “Ero un bullo”, di Andrea Franzoso, che ha incontrato 11 classi tra biennio e triennio del liceo “Vincenzo Monti”.
L’appuntamento, dal forte impatto emotivo per 280 allievi ed allieve, era il momento conclusivo di un percorso di riflessione condivisa iniziato lo scorso anno con la lettura del testo da parte dei ragazzi e delle ragazze di ben 23 classi, che lo scorso dicembre avevano già incontrato l’autore. Un percorso gestito dalla docente Silvia Mignatti, referente per la prevenzione del bullismo e del cyber bullismo del “Monti”.
«Sono cambiato per amore e per paura: per amore della mia famiglia, per paura di finire di nuovo in carcere», ha esordito Zaccaro nel ripercorrere la sua storia.
Coinvolto in una serie di rapine a mano armata, alcune compiute quando era ancora minorenne, ha pagato i propri conti con la giustizia, prima nel carcere minorile e poi a San Vittore, infine presso la comunità riabilitativa “Kayros” di don Claudio Burgio, cappellano carcerario del “Beccaria”. Proveniente dalla periferia a nord di Milano, da Quarto Oggiaro, vissuto in una famiglia in cui le violenze e i litigi erano all’ordine del giorno, Daniel era una promessa delle giovanili dell’Inter, ma ha visto sfumare i propri sogni a causa di un gol mancato. Dopo un percorso scolastico altalenante, è entrato nel carcere minorile Beccaria due giorni prima di compiere 18 anni.
«Mentre scontavo la pena, ho capito che non esiste un finale già scritto e che si può in ogni istante cambiare il corso della propria esistenza, grazie alla presenza di adulti credibili come Fiorella, professoressa in pensione che mi ha avviato allo studio dell’Inferno dantesco, e un ex brigadiere che mi ha affidato lavori di manutenzione nell’ambiente carcerario», ha raccontato Zaccaro
Un’altra adulta credibile, la magistrata Annamaria Fiorillo, che aveva firmato il suo ordine di arresto, ha presenziato il giorno della laurea di Daniel all’Università Cattolica di Milano in Scienze dell’Educazione, con una tesi su Telemaco e la ricerca del padre.
L’ex carcerato ha anche spiegato agli alunni del “Monti” che la violenza nasce dall’incapacità di esternare a parole la propria rabbia, che la brutalità è indice di povertà di pensiero e rappresenta l’espressione di chi non sa comunicare in altro modo. Particolarmente interessanti per l’indirizzo delle Scienze Umane - osserva Mignatti - sono state le riflessioni sulla devianza giovanile, la riabilitazione sociale, le qualità imprescindibili dell’essere un educatore come è Daniel oggi, presso la comunità che lo ha accolto, la gestione dei ragazzi difficili, la possibilità di una pena alternativa al carcere che riabiliti prima che punire.
Tante le domande fatte dai giovani ascoltatori e dai docenti presenti. Zaccaro si è soffermato, tra le altre cose, sulle procedure processuali che portano alla condanna di un imputato e sulla quotidianità in cella, sottolineando le differenze tra il penitenziario minorile e la detenzione degli adulti.