Cesena, referendum per la Repubblica nel 1946: una svista su un libro trasforma i romagnoli in filo-monarchici

Cesena
  • 01 settembre 2024

Una clamorosa svista di un noto giornalista e politologo fa diventare sostenitori della monarchia i romagnoli, che in realtà furono visceralmente repubblicani e lo testimoniarono al momento del voto al referendum del 2 giugno 1946. In particolare, a Cesena votarono per gettare per sempre i re nel bidone della storia italiana ben il 91,3% dei cittadini che si recarono alle urne. Per la precisione, furono 34.577 i votanti che dissero che volevano essere cittadini di una Repubblica, mentre appena 3.300 si espressero a favore del mantenimento della monarchia, dopo che i Savoia prima erano stati complici del fascismo e poi erano vigliaccamente fuggiti da Roma, lasciando che i Tedeschi dilagassero in Italia, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Invece, per Antonio Polito, la gente romagnola si schierò con la monarchia. Così ha scritto nel libro “Il costruttore”: dopo avere sottolineato che il sì alla Repubblica vinse in Trentino, ha aggiunto «a differenza della “rossa” Romagna di Nenni». A sottolineare l’errore, senza nascondere il proprio sconcerto e sdegno, è un volto noto del mondo istituzionale cesenate: Giuseppe Zuccatelli, ex direttore dell’Ausl e anche impegnato in politica, sempre convintamente a sinistra, fin dalla sua militanza nel Pci. Ha anche scritto una lettera a Polito per segnalare lo scivolone: «Alla pagina 74 del suo ultimo libro, lei afferma che nella “rossa” Romagna vinse la monarchia. Devo evidenziare che nell’archivio Eligendo del Ministero degli Interni, i risultati sul referendum dimostrano il contrario. In tutta la Romagna ha vinto, abbondantemente, la Repubblica. Pertanto mi chiedo a quale fonte abbia fatto riferimento». Per ora non ha ricevuto risposta. La verità è che in effetti i romagnoli furono tra i più accaniti paladini della Repubblica, votandola con percentuali molto superiori rispetto al risultato nazionale, che vide i monarchici raggiungere il 45,7% dei voti in quel famoso 2 giugno. E va anche evidenziato che la partecipazione a Cesena, come nelle altre città romagnole, fu enorme: si recarono nelle 56 sezioni elettorali di allora 39.106 adulti, pari al 94,2% degli aventi diritto, con una presenza in massa anche delle donne (al voto per la seconda volta, dopo che c’erano andate meno di due mesi prima per le elezioni amministrative del 7 aprile 1946), che anzi col loro 94,4% di affluenza superarono i maschi. Più in generale, la media della circoscrizione di Bologna (80,5% pro Repubblica) fu la seconda più alta in Italia, proprio dopo Trento, e in Romagna, che ne faceva parte, la vittoria degli anti-monarchici fu ancora più schiacciante.

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